Monfalcone, Cisint: «Fincantieri cambi politiche del lavoro»
MONFALCONE. Due colluttazioni «in luoghi all’esterno e nelle vicinanze del cantiere», stranieri dipendenti di aziende dell’indotto della Fincantieri che sono venuti alle mani, in via Pisani e del Mercato, una volta la mattina presto e l’altra dopo le 18 alla fine del turno. Poi «atti incivili di protesta sui bus pubblici di linea» utilizzati per il trasporto delle maestranze delle stesse ditte dell’indotto, specie quelle che arrivano da Trieste.
Episodi che offrono il destro al sindaco di Monfalcone, Anna Cisint, di andare nuovamente all’attacco della Fincantieri e delle sue “politiche del lavoro” con la conseguente massiccia presenza di stranieri in città. Secondo alcuni dati aggiornati sarebbero quasi 8 mila 400 i residenti stranieri a Monfalcone, pari al 30% della popolazione e di questi poco meno di 4 mila bengalesi.
Il sindaco Cisint, qualche giorno fa, ha inviato una lettera all’azienda indirizzata in primo luogo al direttore del cantiere di Panzano, Cristiano Bazzara. Nel testo ricorda il recente incontro con il nuovo amministratore delegato della Fincantieri, Pierroberto Folgiero e il presidente Claudio Graziano «con in quali – sostiene – è stato avviato un primo approfondimento delle questioni legate al modello produttivo della società in particolare per quanto riguarda i subappalti e l’indotto».
È da tempo che Cisint ripete che intende far cambiare questo modello produttivo alla Fincantieri. Un mantra ribadito anche in un mega incontro in Comune (il 19 luglio scorso) a cui ha partecipato pure il nuovo responsabile del personale di Fincantieri, Luciano Sale.
Cisint ribadisce di «aver cominciato ad esaminare con questo nuovo responsabile in questa logica il tema della valorizzazione professionale e delle risorse umane in occasione del tavolo di concertazione che sarà convocato a settembre». Ma prima ancora di questo Cisint, dopo gli ultimi episodi in città «fonte di grave disagio e allarme sociale» (scrive così nella lettera), chiede un pre-incontro e propone una data: il 31 agosto alle 8.45.
La lettera è arrivata a Fincantieri, ma dall’azienda finora non è arrivato alcun commento. E nemmeno una comferma dell’incontro che potrebbe tenersi il 31, ma anche successivamente.
«L’attuale sistema produttivo alimenta, attraverso il modello dei subappalti e dei contratti transnazionali l’afflusso incontrollato di personale (stranieri e gente da fuori Monfalcone, ndr) – scrive il sindaco – che non può diventare elemento di destabilizzazione e preoccupante turbativa del contesto cittadino». Cisint pretende una «corresponsabilizzazione di Fincantieri nell’assicurare che le ditte e gli addetti rispondano ad adeguate garanzie». Ricorda che tempo addietro era stata affrontata «una campagna di sensibilizzazione interna per il rispetto del codice di comportamento etico degli addetti». E insiste sul fatto che bisogna rivedere pure l’organizzazione e il servizio di trasporto degli operai sino allo stabilimento.
Ma il punto nodale è la richiesta della revisione del “modello produttivo” di Fincantier,i che non preveda più tanti stranieri. Il sindaco, come ha ribadito più volte è pronta a sedersi al tavolo con Fincantieri per rivedere addirittura i piani industriali. Dall’azienda per ora nessuna risposta.