D’Agostino sul caso Wärtsilä: «Dietro le scelte finlandesi ignoranza e incapacità. Trieste è un asset strategico, lo Stato lo nazionalizzi»
TRIESTE «Incapacità e ignoranza manageriale». Il presidente dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino parla della vertenza Wärtsilä, schierandosi a favore dei lavoratori e non risparmiando le critiche, con parole tutt’altro che edulcorate, all’indirizzo del management finlandese, che ha deciso di far cessare la produzione nello stabilimento triestino.
«Al giorno d’oggi – premette il presidente dell’Authority – i manager aziendali devono essere in grado di capire quello che succede a livello geopolitico». Ed ecco la stoccata: «Dietro a una decisione come quella che è stata presa ci sono incapacità e ignoranza manageriale, a prescindere dal fatto che abbiano deciso di tagliare fuori proprio il nostro territorio. Lo capisce anche un bambino che adesso riportare vicino ai confini con la Russia una produzione strategica non è proprio una visione illuminata».
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«I lavoratori che si mettono di traverso hanno le loro ragioni – rimarca D’Agostino –. Come ho già fatto a suo tempo, anche adesso voglio ribadire il sostegno a chi vuol far capire che quella fabbrica non è una palla al piede, ma una realtà molto importante dal punto di vista industriale, un asset essenziale nell’ambito di un settore che diventerà sempre più strategico da qui ai prossimi decenni».
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«Lo Stato italiano – propone il presidente dell’Authority – dovrebbe fare un ragionamento serio sul futuro di pezzi del patrimonio industriale del Paese che, come l’ex Grandi Motori, sono fondamentali affinché l’Italia sia competitiva. Non stiamo parlando soltanto di propulsori per le navi, qui vengono prodotti anche motori che sono poi installati nelle centrali elettriche. C’è un mondo intero che si sta riorganizzando. Perdere una parte così rilevante del nostro panorama industriale sarebbe un errore, a prescindere dal contesto strettamente triestino».
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Insomma, il futuro è una nazionalizzazione dello stabilimento? D’Agostino non ha dubbi è indica un esempio concreto: «Basti pensare a cosa abbiamo fatto noi, nel nostro piccolo, in questi anni. Nel porto di Trieste c’è stato un riappropriarsi da parte dell’Autorità di sistema di tasselli che erano stati privatizzati o in fase di privatizzazione, riportandoli sotto il controllo pubblico».
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«Abbiamo dimostrato – aggiunge – che per la competitività di un territorio è importante che determinate situazioni siano gestite in modo centralizzato e messe in mano all’amministrazione pubblica. Questo approccio vale ancora di più in periodi complessi e traumatici come quelli che stiamo vivendo. Così lo Stato offre adeguate garanzie a beneficio del privato, laddove il privato non potrebbe intervenire con la stessa forza. Si attirano investimenti e si fa il bene del territorio. È una sfida che lo Stato, con intelligenza, deve affrontare».
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Quanto alla manifestazione del 3 settembre, D’Agostino ne sottolinea l’importanza richiamandosi a un altro esempio che lo coinvolge in prima persona. Destituito dalla carica e poi reintegrato dopo che nel giugno 2020 tremila persone scesero in piazza per sostenerlo: «Nel mio caso è servito, e comunque dimostrare in piazza che un territorio è unito è e sarà sempre fondamentale».