Filippo Nigro al Museo Sartorio di Trieste: «Vi dico le cose belle del mondo»
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foto da Quotidiani locali
TRIESTE In qualche modo ci si salva l’equilibrio, e non soltanto l’umore, tutti i giorni, con i propri “cuscinetti”. Sono desideri, compensazioni, incontri, sensazioni, emozioni, ricordi di attimi indimenticabili. E il protagonista di “Every Brilliant Thing”, spettacolo in scena stasera, domenica 28 agosto, alle 21 al Giardino del Museo Sartorio per Trieste Estate, lo fa attraverso una lunghissima lista delle “cose per cui vale la pena vivere”.
O meglio, il suo è un tentativo di fornire alla madre, che soffre di depressione, un inventario di possibilità, ma l’elenco servirà comunque e innanzitutto a lui stesso. Lo spettacolo, vincitore del Premio nazionale Franco Enriquez 2022, è interpretato dall'attore di cinema, teatro e tv Filippo Nigro. Ne firma anche la regia con Fabrizio Arcuri, regista e fondatore dell'Accademia degli Artefatti.
“Every Brilliant Thing” è un’opera teatrale del britannico Duncan Macmillan, un’autobiografia brillante, dal ritmo serrato, scritta nel 2013 assieme a Jonny Donahoe. La pièce è stata presentata in versione originale al Festival di Edimburgo e al Barrow Street Theatre di New York e in tour internazionale, fra Inghilterra, Australia e Nuova Zelanda. Nel 2021 è arrivata in Italia, nella traduzione di Michele Panella, nella coproduzione di Css Teatro stabile di innovazione del Fvg e Sardegna Teatro.
«Ho amato il testo dalla prima lettura – racconta Filippo Nigro – e non ho ricordi, con altri lavori, di un approccio così immediato. Mi ha toccato come, nel parlare della depressione, sposti il soggetto principale, senza nessuna retorica e in modo assolutamente costruttivo e interessante, su una lista delle cose più belle al mondo. Il protagonista, da bambino, ragazzo, uomo, continua a scriverle. Effettivamente può sembrare una cosa folle, infantile, ingenua in modo imbarazzante: come può una lista aiutare qualcuno che soffre di una depressione? Magari, invece…».
La particolarità della versione italiana è la sua caratteristica partecipativa. Alcuni spettatori diventano complici nella messa in scena. Chiamati a dare un piccolo contributo per far sì che i ricordi del passato prendano vita, e impersonando alcuni dei personaggi minori, diventano l’elemento destabilizzante e innovativo ad ogni replica.
«Mi sorprende sempre – sottolinea ancora Nigro - lo scambio sincero che avviene in scena, ogni volta. Questa esperienza è un regalo anche per me. Capisco quanto lo spettacolo arrivi e si cali nella realtà presente, anche se non si parla nello specifico di una città, se Londra viene citata vagamente e si capisce che il testo è anglosassone. Qualcuno pensa addirittura che la storia sia la mia. A teatro nulla è mai una ripetizione, ma in questo spettacolo, in particolar modo, con la partecipazione degli spettatori si crea un vero senso di comunità».
Grazie alla risposta dell’audience, alla temperatura emotiva e alle reazioni che ogni sera si creano in teatro, l’evento non è mai lo stesso, in divenire, appunto, come l’esistenza, con “ancoraggi” da conservare, illuminare e da scoprire.
«Il senso – conclude l’attore - non è mai cercare di creare uno sketch. Il protagonista, invece, coinvolge letteralmente delle persone che fanno parte del suo vissuto, di volta in volta, la psichiatra, il veterinario, il professore universitario, il padre, la sua futura moglie. Ed è un ricordare insieme, e assieme al pubblico». Ingresso gratuito.
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