Berlusconi sulla guerra in Ucraina: «Putin costretto ad attaccare dalla sua gente e dal partito comunista»
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Ancora una “rilettura” del conflitto ad opera del Cavaliere, durante l’audioconferenza per la presentazione dei candidati di Forza Italia in Veneto
PADOVA. La sua amicizia con Putin è cosa nota, così come i suoi tentativi di alleviare le colpe dello zar sulla guerra in Ucraina. Ma Silvio Berlusconi non accenna ad arretrare sul tema, anzi tutt’altro. E così la telefonata in audioconferenza durante la presentazione dei candidati di Forza Italia in Veneto diventa un momento buono per riproporre una delle sue tesi sul conflitto.
«Parlando della Russia volevamo dire il nostro dispiacere per quello che è avvenuto in Ucraina. È stata una decisione sbagliata, io so che Putin è stato forzato dal suo paese, dalla sua gente, dai suoi uomini, dal partito comunista a intervenire per difendere le repubbliche del Donbass dall’Ucraina di Eltsin (voleva dire Zelensky), ma adesso si trova ad avere dimostrato che le sue truppe non sono davvero l’armata invincibile».
QUI L’AUDIO DI BERLUSCONI
Silenzio in sala, qualche goccia di sudore cala sulla fronte dei candidati. Qualcuno spera che non sia stato colto il passaggio, anche perché Berlusconi affronta l’argomento Russia dopo 19 minuti di soliloquio.
Nei mesi scorsi Berlusconi era arrivato a dire questo: «L’Unione europea deve cercare di fare accogliere a Kiev le domande della Russia». Certo anche la tesi secondo cui Putin sarebbe stato forzato dal suo paese, dalla sua gente e dal partito comunista ad attaccare l’Ucraina, colloca questo suo intervento nell’antologia delle riletture.
«Sono andate via dalla Russia tutte le nostre imprese occidentali e si sono creati migliaia e migliaia di disoccupati» ha detto ancora Berlusconi, nel corso del suo intervento con la sezione veneta del partito. «Tutte queste cose hanno posto un termine alle relazioni amichevoli che la Russia intratteneva con la Romania, con la Polonia, con l’Ungheria, con l’Italia e con molti paesi europei. L’Europa si è vista costretta a stringersi attorno a questa decisione di resistere per l’Ucraina ad un’invasione russa che, secondo loro, doveva avere una durata di solo due settimane. Invece sono più di 200 giorni che c’è e sappiamo che ogni giorno fa vittime civili e non solo».