Marta Fenaroli: “Dal tumore a Miss Italia, ora uso il mio corpo per inseguire la felicità”
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La 20enne bresciana già Miss Lombardia: «Arriverò prima». Anche sua mamma partecipò al concorso di bellezza nel 1991
MILANO. Quasi un metro e ottanta, mora, 20 anni, bresciana: Marta Nerina Fenaroli ha tutte le carte in regolissima per diventare una miss e, infatti, alle fasi nazionali per il concorso della più bella d’Italia è già arrivata, vincendo la fascia di Miss Miluna Lombardia alla selezione di Calvisano, nella bassa bresciana. Ma la sua non è la storia della solita ragazza carina che sogna la pace nel mondo. «Sono passata da detestare con tutte le forze il mio corpo che mi aveva abbandonata a usarlo poi per avere la mia rivalsa», spiega, mentre è in giro per Milano nell’affannata (e quasi impossibile) ricerca di un appartamento a un affitto decente. A Marta infatti tre anni fa era stata diagnosticata una forma di tumore del sangue, con poche possibilità di farcela. E invece oggi solca le passerella di Miss Italia testimoniando che la malattia si può provare a sconfiggerla e che, nel suo fortunato caso, «la fame di vita» - come la chiama lei - ha trionfato.
Felice?
«Scusi sono completamente senza voce, stamattina mi sono svegliata così. Felicissima. Dopo aver combattuto per anni contro il mio corpo, ora proprio quel corpo mi sta regalando una nuova vita e grandi soddisfazioni».
Già brillante studentessa di medicina al San Raffaele, perché ha deciso di partecipare al concorso?
«L’ho fatto un po’ per caso, ma pure per far conoscere la mia storia. E, lo ammetto, anche un po’ per egoismo: dopo essermi sentita da schifo queste conferme aiutano, fanno stare bene e danno sicurezze. Eppoi sono un po’ figlia d’arte: anche mia mamma Zoraima partecipò a Miss Italia 31 anni fa, quando vinse Martina Colombari».
Una famiglia unitissima, mamma ex modella, papà dentista, un fratellino. Infanzia dorata nell’operosa Brescia, dove ha frequentato il liceo scientifico. Fino al fulmine della malattia.
«Di avere il cancro l’ho scoperto per caso la settimana prima della maturità, durante il lockdown. Ero con alcuni amici al lago, mi fanno una foto e io noto questi rigonfiamenti sul collo. Non avevo sintomi. Però faccio dei controlli e mi arriva la terribile notizia. Il giorno dopo avevo l’orale: ho deciso di presentarmi lo stesso senza dire niente ai professori. Non volevo la loro compassione o un trattamento particolare. Soprattutto non volevo fare pena a nessuno. O che i miei compagni pensassero che sfruttavo la malattia per avere corsie preferenziali. Cosa che, purtroppo, ho sentito dire più di una volta nei corridoi di Miss Italia da alcune ragazze».
Seguono mesi di inferno.
«Non lo auguro a nessuno. Fisicamente ero distrutta, il dolore fisico è stato tremendo. Facevo i primi sette giorni a letto, non avevo forze per mangiare o lavarmi o camminare. Dopo la prima settimana mi sforzavo di stare in piedi e, seppur barcollante, di fare cose da 18enne. Erano cicli di 14 giorni: una settimana di vita e una di morte. Non potevo guardarmi, quando ho perso i capelli ho fatto levare tutti gli specchi da casa, era insostenibile per me a livello psicologico. E ho capito ancora di più quanto il nostro mondo così incentrato sulle foto postate sui social e sull’inganno che ci spacciano sia una fregatura. Devo dire però che sono stata anche relativamente fortunata, perché in quel periodo con il Covid erano tutti in quarantena e nessuno usciva. Insomma, io tanto in discoteca non ci sarei potuta andare comunque, fa niente se erano chiuse».
Eppoi la rinascita.
«Aprile 2021 arriva la notizia più bella del mondo: fuori pericolo. Ci è voluta molta forza, mi sento ogni giorno una sopravvissuta. Ma, sarà banale, mi ha insegnato che le cose importanti sono altrove. Ora vivo una vita piena, non do per scontato neanche un secondo. E voglio aiutare chi come me si trova in questa situazione e magari non ha la fortuna di avere gli amici e la famiglia che ho io. L’altro giorno una ragazza malata di tumore mi ha scritto per chiedermi se potevo consigliarla sulle estensione per i capelli. Non esce di casa da mesi. Mi piacerebbe farla sentire meno sola. Vorrei approfittare di Miss Italia per raccontare chi sta male e far vedere che si può superare».
Insomma, quando in finale, le chiederanno cosa desidera non dirà la pace nel mondo?
«Nooo, di sogni ne ho mille, non saprei neanche da cosa cominciare. Sicuramente uno è potermi guardare indietro e dire: non ho sprecato neanche un giorno di questa mia (guadagnatissima) vita».