Crisi Wärtsilä, ecco come Trieste si prepara al corteo

TRIESTE Alla manifestazione di domani, sabato 3 settembre, a sostegno dei lavoratori di Wärtsilä - e che il prefetto Annunziato Vardè definisce «di solidarietà, non di protesta e conflittualità» - sono attese oltre seimila persone: il numero, reso noto dal prefetto stesso, è quello delle stime emerse dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è riunito ieri in Prefettura.

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Adesioni e attestazioni di solidarietà ai lavoratori del resto continuano a crescere. Confermato il tragitto del corteo, che potrebbe essere modulato in maniera diversa - soprattutto nel tratto finale - a seconda del numero dei partecipanti. Dopo il ritrovo in Foro Ulpiano alle 16.30, intorno alle 17 il corteo si muoverà verso piazza Oberdan per poi percorrere via Carducci, raggiungere piazza Goldoni, scendere lungo Corso Italia e via Einaudi terminando poi in piazza Unità d’Italia dopo avere percorso un breve tratto delle Rive. Oggi in Questura è previsto un tavolo tecnico per definire gli ultimi dettagli. «Metteremo in campo un dispositivo necessario a gestire una manifestazione che si preannuncia molto partecipata - anticipa il questore Pietro Ostuni -, arriveranno contingenti di rinforzo, ma l’auspicio, visto che è un’iniziativa con lo scopo di esprimere solidarietà ai lavoratori, è che la manifestazione si svolga in maniera tranquilla». «Non prevediamo infiltrazioni ostili al corteo - specifica Vardè -, ci saranno partecipazione massiccia e consenso unanime a sostegno della causa dei lavoratori».

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In queste ore in piazza Unità d’Italia inizieranno i lavori per montare il palco da cui domani prenderanno la parola i rappresentanti sindacali, tra i quali i segretari nazionali Fim Cisl Roberto Benaglia, Fiom Cgil Michele De Palma, e della Uilm Rocco Palombella. La presenza delle casette allestite per il villaggio del Maker Faire limita la fruibilità della piazza: perciò «nel caso di massiccia adesione abbiamo predisposto, all’arrivo dei manifestanti in piazza Unità, di interdire momentaneamente il traffico sulle Rive», spiega Vardè. Il traffico, dalle 17 e indicativamente fino alle 20 subirà inevitabilmente qualche disagio. Non sono state previste deviazioni, neppure delle linee della Trieste Trasporti, e tutto dipenderà dall’affluenza.

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All’annunciata partecipazione del governatore Massimiliano Fedriga si affiancano quelle del vescovo Giampaolo Crepaldi, del sindaco Roberto Dipiazza, del presidente della Camera di Commercio Antonio Paoletti in rappresentanza di tutte le categorie economiche; e ancora dei vertici della nostra Confindustria, delle realtà provinciali di Confcommercio - che ha invitato i suoi iscritti a esporre cartelli di vicinanza ai lavoratori Wärtsilä -, Confartigianato e Fipe. Si moltiplicano le adesioni all’iniziativa anche di realtà sportive e dell’associazionismo. Confermata la presenza in città, nella giornata di domani, del ministro del Lavoro Andrea Orlando. Già massicce le adesioni, ma ieri i segretari regionali di Uil Matteo Zorn, di Cisl Luciano Bordin e di Cgil Michele Piga hanno rinnovato l’invito ai cittadini a partecipare alla manifestazione - è in gioco «l’esistenza stessa dell’industria a Trieste», riassume la Uil - e perciò proseguirà anche oggi il volantinaggio nei punti strategici della città.

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Intanto la Uhl Fusion, la nave noleggiata dagli acquirenti coreani dei motori Wärtsilä per caricarli a bordo, resta in rada. La Capitaneria di porto conferma che l’altro ieri dall’agenzia marittima cui si è affidata la nave «era pervenuta una richiesta di attracco alla banchina sul Canale navigabile» ma «successivamente la stessa agenzia ha annullato la richiesta per indisponibilità del terminal». Il braccio di ferro resta in stallo.

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Il tutto mentre si avvicina il 7 settembre, giorno in cui il ministro Giancarlo Giorgetti ha convocato al Mise azienda e sindacati. «È la contestazione della procedura il motivo per il quale si convoca questo tavolo, ed è un ulteriore tentativo nei confronti di Wärtsilä di farle ritirare questa procedura», procedura che «non lascia né alla Regione, né alle organizzazioni sindacali, né ai ministeri stessi la possibilità di intervenire», annota l'assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen. Che dall’altro lato aggiunge come «non è pensabile parlare di nazionalizzazioni perché noi non abbiamo niente da nazionalizzare: abbiamo solo le competenze di chi in quei capannoni lavora». —