Modulare ed espandibile, il sindaco Ciriani rilancia: «Ecco come sarà il nuovo stadio del Pordenone»
PORDENONE. Il nuovo stadio in città entro la fine del suo secondo mandato? Secondo il sindaco Alessandro Ciriani la frase da lui pronunciata alla “festa verdenera”, che ha scatenato il dibattito sui fondi per la realizzazione dell’opera, non è una novità. Per molti è stata una dichiarazione a sorpresa, fatto sta che ora la questione assume dei contorni decisamente più nitidi.
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«Non è una novità – spiega il primo cittadino – perché ho semplicemente puntualizzato alcune cose rispetto alle intenzioni dell’amministrazione comunale rispetto al momento che stiamo vivendo: prima la pandemia, ora la crisi con l’inflazione che cresce e i prezzi alle stelle. Non possiamo seguire gli umori dei tifosi, abbiamo il dovere di rispettare le esigenze della città. E l’infrastruttura stadio è senza dubbio necessaria, un investimento per il Comune di Pordenone, non solo per il Pordenone calcio. Abbiamo intercettato bandi per decine di milioni di opere di cui ha bisogno la città, di bandi per gli stadi ancora non ce ne sono. Per ora grazie all’impegno della Regione abbiamo garantito una casa temporanea alla squadra, con i quasi 4 milioni di euro investiti sul Tognon di Fontanafredda e credo che se i neroverdi tornassero in serie B sarebbe possibile, richiedendo apposite deroghe alla Federcalcio, adeguare il Tognon anche per la categoria superiore. Nel frattempo troveremo i fondi per realizzare un nuovo stadio in città».
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Il sogno è un’arena polivalente, adatta anche ai concerti, in grado di automantenersi rimanendo sempre aperta grazie ad altre attività complementari a quella sportiva. «Sì, ma dobbiamo guardare alla realtà del momento – rimarca Ciriani – che è il peggiore possibile per immaginare un investimento da 25 milioni di euro, quanto servirebbe per fare quel tipo di struttura: sarebbe una follia. Non mi spaventa invece, dopo tutti i fondi intercettati negli ultimi cinque anni e le opere realizzate, l’idea di trovare, i finanziamenti per costruire uno “stadietto” modulare, magari inizialmente fatto di tribune prefabbricate, che si possa pian piano implementare. Considerato che sarà impossibile utilizzare i fondi del Pnrr, perché com’è noto serve il 51 per cento di investimento privato e non mi pare ci siano strade percorribili in questo senso, lo stanziamento dovrà essere esclusivamente pubblico. Dunque finanziamenti ministeriali, regionali, comunali. Ma non per 20 milioni, non certo in questo momento di nubi scure che si addensano sull’Italia. Perciò non si può fare tutto dall’oggi al domani, bisogna rispettare l’iter della Pubblica amministrazione, senza fare voli pindarici: servono almeno 4 anni».
«Questo è l’impegno che ci prendiamo – conclude il sindaco –, se qualcuno ha una “ricetta” migliore me la comunichi in fretta. Rendiamoci conto di ciò che sta accadendo intorno a noi. Lo stadio si farà, con calma, a piccoli passi. Una struttura completa ma essenziale, modulare, trattando con la Figc se ci fosse bisogno di deroghe»