«Basta con il consumo di suolo», rispunta il caso dell’ex Genux

Castiglione-Lonato. L’ex discoteca è accanto all’area in cui potrebbe nascere il polo logistico

CASTIGLIONE DELLE STIVIERE. E se anziché buttare nuovo cemento sul suolo per creare il nuovo centro logistico di Lonato si pensasse a recuperare qualcuna delle aree già cementificate e in abbandono, per esempio l’ex discoteca Genux? La proposta affiora tra le righe del dibattito sul nuovo grande polo logistico in arrivo sul confine fra il territorio castiglionese e quello di Lonato del Garda. Un dibattito che non accenna ad attenuarsi. Dopo il post di Legambiente che ha sollevato al questione ci sono state reazioni ufficiali e dibattiti sui social.

Dal punto di vista dell’amministrazione castiglionese, invitata alla conferenza dei servizi del prossimo 30 settembre, c’è attenzione e allo stesso tempo, come ricordato dal vicesindaco Andrea Dara, consapevolezza che ci sono «questioni ambientali, rumori e inquinamento, oltre alla non secondaria problematica idraulica per lo scarico delle acque in una zona che già, sotto questi aspetti, ha delle problematiche».

Il fronte ambientalista, Legambiente in primis, sottolinea che «questa decisione vedrà sorgere un edificio enorme al confine con un’area protetta e tutelata che da anni si cerca di difendere da vari attacchi».

Per bocca dell’ex consigliere comunale e provinciale Franco Tiana, poi, è arrivata la proposta: «Si potrebbe identificare un’area abbandonata da utilizzare al posto di quella verde identificata» e, per di più, già censita come area di servizio dal Pgt lonatese del 2010.

Ed ecco il caso Genux: a meno di 200 dall’area verde dove potrebbe sorgere il nuovo polo logistico c’è l’enorme area abbandonata dell’ex discoteca.

Era, negli anni ’90, definita la discoteca più grande del mondo. Aperta nel 1989, e trasformata in discoteca dehor, poteva ospitare a pieno regime, compresi i giardini, oltre 10 mila persone. Dopo la chiusura negli anni 2000, in parte questo enorme immobile (comprendeva l’area discoteca, i giardini, parcheggi e una zona piscina) è stato demolito e, oggi, è un cumulo di macerie abbandonato e circondato da una rete e pannelli neri per non fra entrare persone e curiosi. Per accedere all’ex discoteca, dietro la quale c’è una nota multisala funzionante, esiste già una rotonda e una strada, infrastrutture dunque che potrebbero essere sistemate e rese agibili per il traffico che andrebbe a generare un centro logistico. Senza dimenticare che l’area si trova più lontana dal sito di interesse comunitario (Sic) Valle di Castiglione, che invece si troverebbe a ridosso dell’area identificata per la nuova costruzione, e, inoltre, c’è l’imbocco diretto alla strada a due corsie che conduce al casello dell’A4 e sulla tangenziale che porta in direzione di Brescia e Mantova, bypassando Castiglione. Quest’area, sulla quale non di discute più dal 2012, da quando cioè sembrava dovesse sorgere un polo commerciale del lusso, sembrerebbe andare nella direzione di quanto auspicato da Tiana, e cioè «un recupero di una zona degradata senza consumare nuovo suolo». Luca Cremonesi