Belluno, l’Ater aiuta gli inquilini sul gas, «Ormai 100 mila euro l’anno»

BELLUNO. L’aumento delle spese dell’energia preoccupano anche l’Ater di Belluno. L’azienda, infatti, in questi anni è venuta incontro agli inquilini che non riuscivano a pagare la loro quota di spese per il riscaldamento anticipando la somma dovuta. E negli ultimi anni si è registrata una vera e propria escalation di questi aiuti. Se negli anni precedenti al 2020, la somma anticipata dall’Ater per il riscaldamento (somma che poi deve essere rifusa dall’inquilino moroso) si aggirava intorno ai 20-25 mila euro l’anno, dalla pandemia in poi i conti sono schizzati in alto. Infatti, oggi si parla di un anticipo del pagamento delle spese condominiali pari a 100 mila euro, vale a dire quattro volte tanto.

«Resta il costo del riscaldamento la spesa maggiore a cui parte dei nostri condomini non riescono a far fronte nei tempi dovuti», precisano la presidente dell’Ater, Ilenia Rento e il direttore Alberto Pinto. «I numeri sono chiari e non ammettono fraintendimenti. Quei 100 mila euro che anticipiamo devono poi essere restituiti dagli inquilini». Sugli incrementi dei prezzi dell’energia Rento ci tiene a precisare che sono iniziativa già l’anno scorso, e quindi un po’ alla volta anche gli assegnatari dei 1.750 alloggi in capo ad Ater si sono pian piano adattati. «La criticità maggiore non è pagare il canone di affitto, ma le spese condominiali», dicono dall’azienda territoriale per l’edilizia residenziale.

Sapere cosa fare se i prezzi del gas cresceranno ancora è impossibile. «Stiamo vivendo in un momento di incertezza perché non sappiamo se i prezzi aumenteranno ancora e di quanto. Per cui fare previsioni su cosa succederà da qui in avanti non è possibile», dice Rento che intanto anticipa che le somme messe in preventivo per quest’anno per queste “sostituzioni” cioè pagamenti da parte dell’Ater delle bollette degli inquilini sembrano essere state azzeccate.

Cambiare gestore dell’energia nei fabbricati? «È una scelta che deve prendere il condominio non possiamo farlo noi», dice il direttore. Che poi aggiunge: «Entro il 30 ottobre dobbiamo presentare il bilancio preventivo 2023, e in quel momento dovremo fare anche delle previsioni sulle spese per l’energia. Gli elementi di valutazione sono incerti. Se si facesse avanti il peggiore degli scenari per cui non riuscissimo a far fronte ai costi, confidiamo che qualche organismo istituzionale a livello locale o nazionale possa intervenire o mettendo un tetto ai prezzi del gas o aiutando chi è in difficoltà. Ci troviamo nelle stesse condizioni di tutti, delle imprese ma anche delle famiglie. Questi costi sono pesanti per tutti».