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Сентябрь
2022

Droga nascosta nelle siepi e nomi in codice, ecco come funzionava la rete dello spaccio tra Sacile e il Veneto: condanne per diciassette anni

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SACILE. L’accusa, declinata in decine di singoli episodi, è una: spaccio di droga. Diciassette, invece, gli anni che il giudice per l’udienza preliminare ha inflitto in rito abbreviato a tre imputati colpevoli, secondo la procura di Pordenone, di aver gestito la “piazza” sacilese, e non solo.

Si chiude con tre condanne e due patteggiamenti il processo in primo grado nei confronti delle cinque persone che lo scorso anno erano state arrestate nell’ambito dell’operazione “Belua” che ha richiesto ai carabinieri della compagnia di Sacile un minuzioso lavoro di indagine.

Pedinamenti, appostamenti, servizi di osservazione e analisi delle immagini di videosorveglianza avevano permesso di ricostruire un quadro in cui la “verdura” era venduta a 10 euro al grammo mentre la “birra” poteva costarne 80. Nomi con i quali venivano chiamate le sostanze stupefacenti messe sulle piazze del Sacilese, ma anche di Treviso, Udine e Venezia.

Per fare rifornimento di materia prima da rivendere in Friuli Venezia Giulia, secondo quanto ricostruito in fase di indagine, si poteva arrivare a Mestre o anche Padova.

L’indagine “Belua” coordinata dal pubblico ministero Federico Baldo è approdata di fronte al giudice per l’udienza preliminare Monica Biasutti. In tre hanno affrontato il rito abbreviato. Un ruolo di spicco è stato riconosciuto ad Andrea Chiaradia, 34 anni, residente a Sacile e difeso dall’avvocato Guido Galletti. È stato condannato a 7 anni. Secondo i carabinieri che per mesi erano stati sulle sue tracce, era lui ad amministrare gli stupefacenti, tenendo i rapporti con i fornitori. Era affiancato da Maurizio Moras, 43 anni, di Gaiarine, difeso dagli avvocati Giuseppe Basso e Massimo Scantamburlo. Per lui la condanna ammonta a 4 anni e 8 mesi.

Più pesante la responsabilità riconosciuta nei confronti di Jerry Bijor, 37 anni, difeso dall’avvocato Tommaso Lessio: è ritenuto il “grossista” dal quale rifornirsi tra Padova e Mestre ed è stato condannato a 5 anni e 4 mesi.

Due persone, nei confronti dei quali erano state mosse accuse minori, hanno scelto la strada del patteggiamento. Ivan Fachin, 47 anni, difeso da Nisco Bernardi, oltre a una pena di 2 anni ha patteggiato una multa di 24 mila euro. Ha ottenuto una conversione pecuniaria – per un totale di 4.850 euro – Serena Valerio, 34 anni, difesa da Esmeralda Di Risio.

Nel corso delle indagini era emerso come l’attività di spaccio fosse accuratamente organizzata. Suddivisione dei ruoli, cambio frequente di autovetture, ricerca di corrieri affidabili erano dettagli pianificati per presidiare al meglio il mercato: la marijuana, ad esempio, veniva nascosta nelle siepi segnalandone la presenza con un pacchetto di sigarette a terra.




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