Marina Punta Faro passa di mano, la nuova proprietà: sarà un’eccellenza
Marina Punta Faro entra a far parte del network D-Marin, che ha sede in Grecia, ad Atene, ma appartiene a Cvc Capital, società finanziaria con sede in Lussemburgo.
Cvc conta su investitori da tutto il mondo essendo un fondo internazionale che agisce oltre che sul settore delle marine anche su ospedali, squadre di calcio e rugby, Formula 1.
La D-Marin fa parte del fondo VIII, che nel 2020 ha raccolto capitali prevalentemente da Nord America, Europa, Asia, Medioriente e America Latina.
L’eccellenza sbarca letteralmente a Lignano con la promessa di offrire un servizio di altissimo livello, o come amano definirlo, premium, a tutti i loro ospiti e non solo.
La cerimonia per l’annuncio del nuovo ingresso, per il quale non si conosce ancora l’entità dell’investimento, si terrà lunedì a Lignano e per l’occasione arriverà anche il Ceo, Oliver Dörschuck, che ha una grande esperienza lavorativa nel mondo dell’ospitalità di lusso nell’area mediterranea, che conosce molto bene gli standard ricercati e che vede in Marina Punta Faro la risposta giusta per le loro esigenze.
Realtà portuale tra le più grandi dell’Alto Adriatico, con i suoi 1.200 ormeggi, Punta Faro è stata creata tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80.
«È per noi il punto di arrivo in Italia, dopo avere tracciato una rotta che parte dalla Turchia, attraversa la Grecia e con marine in Dalmazia e Croazia risale lungo il mare Adriatico.
Lignano è la logica estensione della costa, ma allo stesso tempo, essendo situato a metà strada tra Trieste e Venezia, si rivela la location perfetta», spiega Dörschuck.
Quali sono i requisiti su cui è basata la vostra ricerca dell’eccellenza?
«Siamo molto selettivi, non riponiamo il nostro interesse su qualsiasi marina. Cerchiamo solo quelle di un certo livello. Ciò che noi cercavamo erano marine che disponessero di servizi e ristoranti di elevata qualità e che disponessero di piscine o campi da tennis, questo per noi è l’hardware, la base da cui partire, come si fa nel mondo dell’informatica. Poi a questo si può aggiungere il software, cioè il management e le persone che vi lavorano. Io credo nelle persone e credo che un marchio si fondi anche sulle loro capacità: proprio per questo la mia fiducia è riposta nei team locali».
Quanto afferma fa intravedere la possibilità di mantenere il posto di lavoro per tutti i 22 dipendenti che già collaborano con Marina Punta Faro. Li terrà nel suo team?
«Non abbiamo alcun cambiamento in mente, lo staff è altamente qualificato e risponde a quelli che sono i nostri standard».
Quale è il vostro obiettivo?
«Garantire un’esperienza di standard elevato in tutte le nostre marine. Sono in diversi Paesi e con staff locali, ma tutte offrono gli stessi prodotti, raggruppati nel brand».
Ogni marina del gruppo è una location paradisiaca. Avete progetti per espandere o rinnovare qualcosa anche a Punta Faro?
«Abbiamo soldi da investire, tutto dipende dalla durata delle concessioni. In questo caso dovrebbe essere garantita fino al 2036 e questo ci dà l’opportunità di poter prendere in considerazione l’investimento anche se al momento stiamo ancora studiando in quale direzione muoverci a riguardo. È facile spendere soldi, ma è meglio sapere dove sia preferibile indirizzarli. Finora abbiamo fatto investimenti anche importanti, di 8 milioni in una o di 5 in un’altra, per fare un esempio, ovviamente non contemporaneamente».
Chi sono le persone che arriveranno ad attraccare nella nuova D-Marin di Lignano?
«Persone che amano una’esperienza di lusso in yacht. Di solito girano nel Mediterraneo e noi offriamo loro il meglio. Perciò continuiamo a sviluppare prodotti pensati per loro e facilitare loro la vita in mare. Cerchiamo di ridurre loro i problemi e ottenere le cose di cui hanno bisogno con il minimo sforzo. Vogliono guardarsi il tramonto al largo ed entrare in marina solo dopo l’arrivo della notte? Possono prenotarsi il posto online senza problemi. Possono anche fare un check online dei documenti in modo da evitare di andare a registrarsi al loro arrivo. Offriamo loro scelte diverse e ciò significa che se uno stipula un contratto con noi in una marina può avere accesso gratuito in tutte le nostre marine».
Come fate a tenere tutto sotto controllo?
«Sono un fermo sostenitore che la marina sia una destinazione e noi ci vediamo come gli organizzatori di tutto l’ecosistema. Siamo responsabili per la qualità offerta dal ristorante anche se è gestito da una persona che lo prende in affitto. Il cliente deve avere il massimo ovunque perché non sempre percepisce queste sfumature e la colpa ricade quindi sul gestore. Proprio per questo vogliamo sempre mantenere il massimo livello in ogni servizio che offriamo».
E se qualcuno che non possiede una barca volesse entrare nella vostra area, potrebbe avere accesso a qualcosa?
«Per me una marina dovrebbe essere un posto aperto al pubblico, soprattutto Marina Punta Faro, che si trova così vicina al centro. Deve diventare una destinazione anche per chi non ci arriva via mare, ma che si vuole godere l’atmosfera che si respira in un posto così».
Quale è la prima cosa che volete fare a Lignano?
«Essere visti come buoni vicini. Vogliamo portare qualcosa al territorio ed entrare a farne parte».