La Sagra de le raze all’insegna del Bobolar di Staranzano: fino a 25 euro per un pezzo da collezione
STARANZANO. Celebrato ieri con tutti gli onori per la Festa dell’uva nell’ambito della Sagra de le raze, il 150° compleanno del secolare Bobolar, simbolo di Staranzano, “acciaccato” ma amato dal paese e dal quale, con i rami secchi dell’ultima potatura sono stati tagliati 300 pezzi da collezione andati all’asta per tenerli in casa come ricordo. Sono marchiati con il logo del Comune di Staranzano e richiamano il legame di affetto con la comunità.
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L’iniziativa è stata organizzata dal gruppo Scout Agesci in collaborazione con il settore tecnico comunale dove il ricavato verrà impegnato per acquistare piante da collocare in un’area verde. L’asta, con partenza base di 10 euro, è avvenuta in diverse ore della giornata (11-15-18-20), ma già attorno alle 13 erano andati via una settantina di pezzi.
«Finora più che un’asta – spiega il capo scout Simone – ci sono state contrattazioni dove gli acquirenti indicavano la somma da spendere. Qualcuno ha dato anche 20/25 euro. Appena domani avremo un conto esatto di quanto raccolto».
La Festa dell’Uva quest’anno era “statica”, cioè senza la sfilata per le vie del paese, ma solo con l’esposizione dei mezzi agricoli d’epoca in piazza Dante. Gli strascichi della pandemia hanno costretto l’organizzazione a rinunciare anche alla “pigiatura” vera e propria dell’uva nell’enorme tino, diventando solo “virtuale” in quanto le tre “contadinelle” Sara, studentessa universitaria, Giorgia, insegnante, e Valentina, impiegata, non hanno pestato l’uva ma mimato solo i movimenti.
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Lo spettacolo è stato accompagnato dagli applausi dei presenti, con in testa il sindaco Riccardo Marchesan, i rappresentanti del Comitato organizzatore composto da Paola Ferfoglia, della Pro loco, da Mauro Regolin, Mauro Bertogna, Nello Peres della Compagnia del Carro, dal Comune e dalla Bcc di Staranzano e Villesse. Comunque è stato un bel tuffo nella Staranzano dei primi anni del ’900 con l’esposizione di carri addobbati con tralci di viti, paglia, pannocchie e grappoli d’uva maturi in parte poi distribuiti agli spettatori dalle ragazze con i vestiti tradizionali bisiachi in un’atmosfera gioiosa con almeno 2 mila persone, nonostante il caldo.
A rallegrare la giornata si sono esibiti la divertente Show Band “Vecia Trieste” e i Clown della “Irresistibile Scalcinata Compagnia Solfrini”. Ospite anche la delegazione della gemellata comunità di Rence che offriva una fetta di prosciutto e con l’azienda “La Ferula” il classico “bicer” di vini del territorio. C’erano le aziende agricole Puntin Alberto di Pieris con pony e calesse, l’Asd Criniere al Vento di San Pier d’Isonzo per un giro a cavallo con i bambini. La domenica è stata caratterizzata dagli stand, dalla Fiera regionale del Commercio Equo e Solidale di Benkadì, dalle mostre “Trent’anni di coriandoli” della Compagnia del Carro, “Anni ’70 e più della Pro loco”, del Bonsai e dall’esposizione “Extempore le ràze” del Circolo Endas Mazzini. In piazza è stato creato uno spazio bimbi. Sotto stress le due cucine (Acli e Basket de ràza) prese d’assalto per il tradizionale pranzo in sagra. Alle 14 erano finite tutte le porzioni delle “ràze”, venerdì dopo due ore erano esaurite le cartelle della tombola e da giovedì sono state preparate più di 3 mila porzioni. Per l’organizzazione è stata una grande sorpresa. Oggi chiusura con la super tombola.