Porto di Monfalcone, l’escavo slitta di un anno. Avviate le operazioni preliminari
foto da Quotidiani locali
MONFALCONE Effettivamente si scaverà a settembre, 2023 però. La buona notizia, per l’atteso (da vent’anni o giù di lì) approfondimento del canale di Portorosega, propedeutico all’accoglimento di mercantili con pescaggio maggiore e dunque al potenziamento dello scalo marittimo, è che determinate operazioni propedeutiche al dragaggio, vedi taluni interventi di diradamento, si sono già concretizzati.
Insomma, qualcosa si è mosso. Prima dello scavo vero e proprio, infatti, è necessario creare la “vasca” entro la quale, alla cassa di colmata, andranno riposti i fanghi. E questa rappresenta forse la fase più complessa, lunga e delicata di tutta l’operazione che, nel frattempo, ha già visto un aumento dei costi, determinato dal rincaro sulle materie prime per complessivi 2,3 milioni sui 13 milioni 200 mila euro di cantiere previsto. Anche qui un risvolto positivo: il governatore Massimiliano Fedriga si è impegnato a stanziare gli 800 mila euro mancanti (il rimanente milione e mezzo dovrebbe essere ritagliato da economie post gara) nell’assestamento di bilancio, entro ottobre.
Queste in estrema sintesi le notizie salienti dal primo incontro, a Trieste, tra tutti gli attori firmatari dell’accordo di programma, tra cui l’assessore regionale all’Ambiente, Fabio Scoccimarro, il Commissario per l’escavo, ammiraglio Aurelio Caligiore, la sindaca Anna Cisint, i rappresentanti dell’Autorità portuale, del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, della Capitaneria, del Consorzio di sviluppo economico della Venezia Giulia e del Consorzio di bonifica della pianura friulana.
Proprio per mano di quest’ultimo si conducono le operazioni propedeutiche, in questi giorni, a rendere sgombera l’area dove verranno depositati i fanghi, nella cassa di colmata. Stando a quanto appreso, si aggredirà l’area più vicina al Sic, nel periodo idoneo - da settembre a marzo - in modo da creare il «diaframma» della vasca di contenimento, per poter lavorare poi delle zone più distanti e meno impattanti rispetto alla nidificazione (le finestre temporali d’intervento dipendono appunto dalla tutela faunistica, avicola in particolare). Qui, però, nei rimanenti due mesi post inizio di primavera. Sicché entro l’estate 2023 la vasca sarà ultimata per avviare, il successivo settembre, il dragaggio vero e proprio del canale di accesso e del bacino di evoluzione di Portorosega, così da ottenere l’auspicato approfondimento dei fondali, che si concluderà ad aprile 2024. Pure qui il mese da cui non di rifugge è settembre, per evitare che l’eventuale sollevamento di polveri (oggetto di aspirazione) impatti con il ciclo vitale dei filari di mitili radicati nelle zone attigue. Il cronoprogramma è stato illustrato dai tecnici presenti alla seduta in Regione.
«Si stanno invece concludendo le verifiche sui requisiti, ai sensi dell’articolo 80 del Codice dei contratti, per l’affidamento dei lavori all’Ati che si è aggiudicata nel 2020 la gara», rende noto Cisint. Che esprime poi soddisfazione per la disponibilità manifestata dalla giunta Fedriga di contribuire alla copertura dei costi lievitati dell’opera, strategica per Monfalcone: «Ringrazio la Regione, il presidente e Scoccimarro anche per la scelta di individuare in Caligiore il Commissario dell’escavo: in mare si deve poter lavorare e non si possono aspettare vent’anni, con i soldi fermi, per ottenere ciò che serve allo sviluppo del territorio». Cisint rievoca l’approvazione del Piano regolatore e della variante localizzata, l’ordinanza della Capitaneria che ha liberato gli accosti 7 e 8: passi in avanti per la piena oepratività di Portorosega.