Risse tra adolescenti in centro storico. Controlli straordinari a Treviso
Pattuglie miste e analisi dei video. Conte ai genitori: «Interessatevi dei vostri figli. Ogni volta che vi contattiamo rispondete: “Non ci posso credere”»
TREVISO. Controlli straordinari della polizia locale con la questura e i carabinieri ma anche la Guardia di Finanza.tutto questo per prevenire nuovi assembramenti, nuove risse, nuovi problemi da parte delle centinaia di ragazzi che si affollano in centro storico il sabato pomeriggio rendendo complicata la vita dei negozianti, turisti, ma anche degli stessi trevigiani.
Questo è quanto è stato deciso mercoledì 7 settembre in prefettura durante il vertice di coordinamento della sicurezza durante il quale si è parlato anche del fenomeno baby gang.un problema che riguarda tutta la provincia a partire da comuni come Conegliano e Treviso.
Proprio nel capoluogo lo scorso fine settimana nuovi problemi con orde di ragazzini che hanno seguito dei loro coetanei che si erano dati appuntamento per l’ennesimo chiarimento poi finito in rissa.
”Organizzeremo delle pattuglie miste che controlleranno tutto il centro storico e potenzieremo il personale in servizio nella centrale operativa dove convergono i video di tutte le telecamere sparse in città” ha spiegato il comandante della polizia locale di Treviso Andrea Gallo.
Nei prossimi giorni si terrà un nuovo incontro tra forze dell’ordine per pianificare e organizzare i pattugliamenti e quantificare il numero di persone che verranno in strada e nelle piazze.solo per il comando dei vigili lo sforzo aggiuntivo sarà di circa una ventina di agenti.
Da parte sua il sindaco del capoluogo Mario Conte ha fatto nuovamente appello ai genitori e ai ragazzi: “vi chiediamo di rispettare la città, di divertirvi in modo consapevole e di ricordarvi che quanto di sbagliato fate oggi“ ha detto rivolto ai ragazzi, “un domani potrebbe essere la causa di molti problemi per voi”.
E ai genitori: “ L interessatevi di quello che fanno i vostri figli, state attenti, monitorate, non è possibile che ogni qualvolta contattiamo le famiglie per raccontare quello che hanno combinato i loro figli riceviamo risposte come: non ci posso credere“.