Wärtsilä a Trieste, è il giorno dell’udienza davanti al giudice del lavoro. La Regione Fvg aderisce al ricorso dei sindacati
TRIESTE La Regione risponde al piano di mitigazione di Wärtsilä raddoppiando l’azione legale finalizzata ad arrestare la procedura di licenziamento dei 451 dipendenti dello stabilimento. La giunta Fedriga decide di aderire al ricorso per condotta antisindacale presentato da Cgil, Cisl e Uil, su cui il Tribunale di Trieste si esprimerà stamani. A Roma, intanto, viene inasprito ulteriormente l’emendamento che incrementa le penalità per le aziende che licenziano: la nuova versione prevede che, in caso di chiusura della produzione, debbano restituire i fondi pubblici ricevuti negli ultimi 5 anni.
Si saprà oggi qual è il parere del giudice del Lavoro sul ricorso dei sindacati, cui la Regione comunica di aver «aderito, ai sensi dell’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori». I confederali imputano all’azienda di aver tenuto un comportamento sanzionabile, non avendo esplicitato fino all’ultimo la volontà di licenziare e avendo anzi assicurato investimenti e mantenimento della produzione a Trieste.
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Il presidente Massimiliano Fedriga e l’assessore al Lavoro Alessia Rosolen parlano di «iniziativa straordinaria e senza precedenti» da parte della Regione, «che conferma la piena sinergia tra lavoratori e istituzioni nel tentativo di contrastare la condotta della multinazionale finlandese. Tale azione amplia il ventaglio di interventi intrapresi, sommandosi ai ricorsi già depositati dalla Regione per contestare l’illiceità dell’iter di delocalizzazione e l’incostituzionalità della norma nazionale», che per la giunta non contempera gli interessi dell’impresa e quelli di istituzioni e lavoratori rispetto al mantenimento dei livelli occupazionali. Fedriga e Rosolen evidenziano la natura «arbitraria» della procedura introdotta dal governo Draghi nell’ultima legge di stabilità e gli «effetti deflagranti sia per i lavoratori che per l’industria italiana: un esercizio disinvolto della libertà di iniziativa economica, quello portato avanti da Wärtsilä, che calpesta diritti individuali e collettivi, rischiando di porsi all’origine di pesanti ripercussioni sociali a livello nazionale».
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Va detto che l’eventuale riconoscimento di una condotta antisindacale potrebbe condurre a una sanzione nei confronti di Wärtsilä, senza produrre uno stop alla procedura. Il blocco potrebbe arrivare invece il 28 settembre, quando il Tribunale del lavoro valuterà il ricorso della Regione e potrebbe ritenere di sollevare la questione di costituzionalità, imponendo la sospensiva sull’iter partito il 14 luglio.
Sul fronte politico e normativo si muovono invece i ministri Andrea Orlando e Giancarlo Giorgetti, decisi modificare la legge per allungare i tempi e infliggere alle aziende sanzioni più pesanti di quelle in vigore. La novità è che l’emendamento potrebbe arrivare tra giovedì e venerdì, quando il Consiglio dei ministri dovrebbe varare il testo del decreto Aiuti ter, offrendo il veicolo per modificare la procedura antidelocalizzazione.
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Fino a questo momento i due ministri lavoravano per quintuplicare l’attuale contributo da 3.347 euro previsto a carico dell’azienda per ogni lavoratore licenziato e per allungare da 90 a 180 giorni la durata della procedura, che oggi si compone di 60 giorni per la stesura del piano di mitigazione e 30 per trovare un accordo, che i sindacati hanno comunque già escluso.
A quanto sembra, sono in programma ulteriori penalità. L’indizio arriva dal Senato, dove è in discussione il dl Aiuti bis. Già in questa sede i senatori dem Tatjana Rojc e Antonio Misiani avevano depositato l’emendamento poi fatto proprio da Orlando e Giorgetti. Ora Rojc e Misiani hanno consegnato una versione rivista che, spiegano in una nota, «rende più rigida la norma», impedendo «di procedere ai licenziamenti qualora il piano non risponda ai requisiti di legge» e obbligando l’impresa alla «restituzione di ogni aiuto, vantaggio o contributo pubblico di cui abbiano beneficiato nei precedenti 5 anni gli stabilimenti oggetto di cessazioni o ridimensionamenti». L’emendamento non è stato votato dal Senato sul dl Aiuti bis, ma l’Ansa riferisce che, in commissione, il sottosegretario all’Economia Federico Freni ha assicurato che verrà inserito nel dl Aiuti ter. d.d.a.