Lo scontro che non t’aspetti tra Massimo Cacciari e Mario Monti è tutto da gustare su La7 nel salotto di Lilli Gruber. Si parlava degli scenari del dopo-voto e ogni occasione è buona per aggirare quel che per tutti i sondaggi è un dato consolidato: il centrodestra vincerà e un governo del dopo 25 settembre […]
Lo scontro che non t’aspetti tra Massimo Cacciari e Mario Monti è tutto da gustare su La7 nel salotto di Lilli Gruber. Si parlava degli scenari del dopo-voto e ogni occasione è buona per aggirare quel che per tutti i sondaggi è un dato consolidato: il centrodestra vincerà e un governo del dopo 25 settembre non potrà, nel caso, che essere un governo politico. Allora, ovvio, il discorso ad “Otto e mezzo” si concentra sull’eventualità contaria: sull’eventualità ancora governi tecnici. Inizia l’ex sindaco di Venezia a parlare dei governi tecnici che hanno accompagnato l’Italia in questi ultimi anni. Cacciari dice con veemenza: “I governi di larghe intese con i tecnici? Veniamo da una stagione politica in cui i partiti hanno solo creato caos. Non sono mai riusciti a trovare un punto di accordo e tutte le volte è dovuto intervenire il Colle”. Si esalta il filosofo.
Cacciari elogia i governi tecnici, ma Monti…
E ancora: “Il Quirinale ha sempre avuto un ruolo un po’ come il preside a scuola. Spesso è suonata la campanella e il presidente della Repubblica ha interrotto la ricreazione dei partiti consigliando la strada da seguire. Si mettessero almeno d’accordo i partiti prima del voto, ma non sono in grado di farlo”. Una filippica contro i partiti e un ‘osanna’ abbastanza esplicito alla necessità dei tecnici. Lì ce n’è uno in carne ed ossa, Mario Monti, che, al contrario, si mette a smentire Cacciari su tutta la linea. “Spero – inizia l’ex premier – che la stagione dei tecnici sia finita”. Perché, argomenta, sono la “foglia di fico” dei partiti nel momento in cui il Paese è in emergenza e la classe politica non è in grado di dare risposte. Ma la “carta” a sorpresa per mettere in difficoltà Cacciari è un’altra: Monti tira fuori una letterina per “sbugliardare” le parole appena pronunciate da Cacciari.
L’ex sindaco di Venezia che “benedice” i tecnici è lo stesso che pregò Monti di scendere in politica? “Lei nel 2012 mi scrisse una lettera in cui chiedeva di candidarmi. Ha forse cambiato idea?” Legge alcuni passi inequivocabili. “La prego, si candidi….”. Ha cambiato parere anche lei?, chiede Monti con insospettabile verve polemica. Cacciari è preso in contropiede, rimane zitto per un attimo. Poi si arrabbia: “Che discorso è? Perché lei doveva mettere fine alle ammucchiate…”, replica per non farsi mettere all’angolo.
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