Terza corsia, verso la fine dei lavori (in anticipo): l’opera sarà consegnata sei mesi prima del previsto
La costruzione della terza corsia autostradale brucia i tempi: nonostante le difficoltà del momento, il cantiere in corso nel tratto veneto da Alvisopoli a Portogruaro sarà completato con almeno sei mesi di anticipo.
L’opera sarà consegnata il prossimo giugno anziché alla fine del 2023. In Friuli Venezia Giulia e in Veneto è dimostrato dai fatti che la terza corsia svolge una funzione fondamentale in termini di sicurezza stradale – nel tratto dove è stata completata il numero degli incidenti è in calo – e quindi di scorrimento del traffico.
«Sono molto soddisfatto» afferma ripetutamente il presidente di Autovie Venete, Maurizio Paniz, nel rendere i meriti alla struttura e ai suoi dirigenti. Autovie Venete ha fatto tutto quello che doveva fare anche sul fronte del Newco bloccata nuovamente dalla caduta del Governo.
In bilico è rimasto il decreto interministeriale tra Mims e e Mef che dovrà essere registrato dalla Corte dei conti. Si tratta di un rallentamento imprevisto che, secondo il presidente, rischia di far slittare la chiusura dell’operazione alla fine del 2023.
I cantieri
Diviso in più lotti, il cantiere per la costruzione della terza corsia è partito nel 2010. Completati 18,5 chilometri da Quarto d’Altino a San Donà, il tratto che si collega al passante di Mestre, i 30 chilometri da Alvisopoli, Gonars e Palmanova, è in corso il tratto da Alvisopoli a Portogruaro, mentre nella primavera del prossimo anno se il bando di gara sarà aggiudicato partirà l’adeguamento dei 10 cavalcavia indispensabile per proseguire con la realizzazione della terza corsia da Portogruaro a San Donà in due lotti: da Portogruaro a San Stino e da San Stino a San Donà.
Se la gara andrà a buon fine i lavori partiranno la prossima primavera. A quel punto, per completare l’intero percorso definito nel 2001, mancherà solo il tratto da Palmanova a Villesse, ma considerati i volumi di traffico che insistono su questo tratto non viene considerato un intervento urgente.
«Siamo molto bene» insiste il presidente nel ricordare di aver «ereditato un programma approvato nel 2001 e nel 2005 che prevedeva la consegna del tratto da Portogruaro ad Alvisopoli a fine anno prossimo, mentre noi lo consegneremo con sei mesi di anticipo e forse di più».
Il taglio dei tempi interessa anche il tratto da Portogruaro a San Donà: «Rispetto alla previsione 1023-2026 avevamo diritto di slittare di un anno, non abbiamo esercitato questo diritto e abbiamo già completato gli espropri delle aree.
Anche in questo caso siamo nettamente in anticipo sui tempo» ribadisce Paniz non senza far notare che Autovie Venete, per realizzare le opere, non riceve neppure un euro di contributo statale, investe i soldi dei pedaggi. «Facciamo tutto questo – ripete il presidente – con i soldi dei pedaggi, le economie di scala e alla bravura dei dirigenti».
La situazione internazionale
Gli aumenti dei prezzi, le lungaggini sulle consegne dei materiali che, molto spesso, convincono le imprese a non partecipare alle gare d’appalto, preoccupano solo in parte il presidente di Autovie Venete che ha già dovuto fare i conti con la gara del Lisert andata deserta.
«Sei mesi fa ero più preoccupato, venerdì scorso abbiamo aggiudicato i lavori della rotonda di Palmanova, questo significa che i prezzi sono in linea con il mercato. A breve rimettiamo in gara il Lisert e stiamo lavorando ai caselli di San Stino e Portogruaro».
La Newco
Nonostante Autovie Venete abbia fatto tutto quello che era di sua competenza, la Newco, per cause di forza maggiore, rischia di rimanere l’unico “cantiere” da completare.
A poche ore dalla firma, a Roma, dell’accordo che sancisce il trasferimento della gestione della A4 Venezia-Trieste, della A28, A23 Palmanova-Udine, della Tangenziale di Mestre e del raccordo Villesse-Gorizia alla Società autostrade Alto Adriatico partecipata dalle regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto, il Parlamento ha sfiduciato il Governo Draghi e i ministeri dell’Economia e delle Infrastrutture non hanno ancora varato il decreto da registrare alla Corte dei Conti.
Il rischio che l’operazione venga ereditata dal prossimo Governo è concreto. «È un atto che passa sopra le nostre teste – afferma Paniz –. La conclusione dell’iter era previsto pere fine anno poi è slittata ad aprile e secondo me slitterà ancora perché ad oggi manca il passaggio alla Corte dei conti. Se tutto andrà bene si concluderà alla fine del prossimo anno».