In Fvg mancano i prof di matematica: ecco quanti e dove
Tutti si contendono gli ingegneri, i matematici, i fisici, i chimici e alla fine l’attrazione esercitata dalle tante proposte di lavoro convince i neolaureati a ignorare la possibilità di sedersi su una cattedra e insegnare in una scuola.
«I docenti italiani sono i meno pagati della Ue, il contratto è bloccato dal 2018: questo lavoro è diventato poco attrattivo – sottolinea la sindacalista Antonella Piccolo, segretaria regionale Fvg della Cisl Scuola – .
Il risultato è che non abbiamo insegnanti per coprire le cattedre dell’area scientifica e tecnologica». «Bisogna riconoscere che l’Ufficio scolastico regionale del Fvg ha svolto un lavoro eccellente – continua Piccolo – : ha completato tutte le procedure per consentire le immissioni in ruolo entro luglio e inizio agosto.
Eppure ci sono ancora posti vacanti. La promessa del ministro di coprire tutte le cattedre per l’inizio dell’anno scolastico non è stata mantenuta».
L’organizzazione dell’Ufficio scolastico regionale ha permesso di raggiungere risultati superiori a quelli di altre regioni. In Fvg sono state valutate dai quattro Uffici scolastici provinciali ben 26.656 domande.
«Gli uffici hanno svolto un grande lavoro che ci ha permesso di immettere in ruolo 1.806 insegnanti su un totale di 2.173 posti autorizzati – evidenzia Daniela Beltrame, direttrice dell’Ufficio scolastico regionale del Friuli venezia Giulia – . Dunque le nomine in ruolo non effettuate sono state 367.
Mancano posti che derivano per esempio dal fatto che alcune procedure di concorso non sono state completate in altre regioni, oppure perché per altri concorsi nessun aspirante ha superato la prova. E poi ci sono i posti degli insegnanti di sostegno che sono scoperti per esaurimento delle graduatorie».
L’Ufficio diretto da Beltrame – che in Friuli Venezia Giulia può contare su un totale di 14 mila docenti – ha dunque coperto l’83 per cento delle cattedre vacanti, contro il 44 per cento che si registra a livello nazionale. A impedire di raggiungere una copertura di cattedre ancora maggiore – oltre al nodo irrisolto del sostegno – sono dunque anche i vuoti nelle materie scientifiche.
«In effetti gli ingegneri sono molto richiesti nel mondo del lavoro, non ci sono molti laureati in matematica e in generale, per quanto riguarda le materie tecniche, i titoli di studio non sono poi tanti» aggiunge Beltrame.
Scorrendo le liste dei posti vacanti e delle relative materie ci si rende subito conto che l’area scientifica è quella più difficile da coprire. In provincia di Udine e Pordenone, per esempio, mancano a oggi docenti di matematica e fisica, scienze e tecnologie elettriche ed elettroniche, scienze e tecnologie tessili, scienze e tecnologie elettriche ed elettroniche, scienze e tecnologie informatiche, scienze e tecnologie meccaniche, laboratorio di ottica.
«La mancanza di insegnanti nelle materie scientifiche e tecniche – prosegue la sindacalista Piccolo – è anche dovuto a un numero di laureati insufficiente rispetto al fabbisogno. E ciò vale anche per altri settori di insegnamento.
Per esempio la facoltà di scienze della formazione primaria è a numero chiuso. Così come sono insufficienti i docenti con una preparazione specifica al sostegno». Proprio gli incarichi riservati al sostegno sono quelli maggiormente scoperti in regione: su 367 posti residui di immissioni in ruolo per il 2022-2023 ben 153 riguardano appunto il sostegno, non coperti per esaurimento delle graduatorie e 39 per rinunce su posto comune e di sostegno successive alle operazioni di surroga.
A livello nazionale i numeri sono preoccupanti: su 150mila docenti ancora da nominare, la metà – secondo il sindacato Anief – sono quelli riservati al sostegno.