Lasciati senza quattordicesime: al Colorificio di Mantova è ancora sciopero
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Lavoratori e Filctem Cgil ai cancelli: «Risposte dall’assemblea dei soci di lunedì». Ed è allarme per le bonifiche non ancora partite: «Qui sta andando tutto a rotoli»
MANTOVA. Quattordicesime: «Non pervenute». Organizzazione del lavoro: «A rotoli». Partenza bonifiche: «Al palo». Prospettive: «Zero». Ore tredici di ieri, Industria Colori Freddi San Giorgio, società mantovana della galassia che fa capo a vario titolo alla famiglia Freddi e include anche Mantua Surgelati e Penitenti Trasporti: la sirena che annuncia la pausa pranzo coincide con l’inizio del quinto sciopero dei suoi lavoratori in meno di sei mesi. Lo hanno deciso giovedì in assemblea con il segretario della Filctem Cgil Federico Chiavolelli: tre ore di stop per mandare un messaggio all’assemblea dei soci convocata, «finalmente», per lunedì.
Per le loro quattordicesime saltate, perché sono sempre meno e ormai uno solo fa il lavoro che fino a ieri svolgevano in tre, per le bonifiche che dovevano partire il 12 «e ancora non si vede nulla», per quei problemi di liquidità mai risolti aggravati ora da bollette energetiche alle stelle e difficoltà a reperire materie prime. E sono davvero stanchi di tutto questo, stanchi di ritrovarsi ancora una volta davanti ai cancelli di via Ulisse Barbieri nell’ennesimo tentativo di far arrivare la loro voce là dove nessuno sembra voler ascoltare: l’assemblea dei soci con azionista di maggioranza Federica Freddi che mai ha voluto incontrarli nonostante le continue richieste di sindacato e Rsu.
Attese per il 23 agosto, le quattordicesime non solo non sono state pagate «ma dalla società non è arrivata neppure un’ipotesi di dilazione, come se non esistessero – spiega Chiavolelli al presidio – Insomma sono diventate un tabù, sacrificato sull’altare di un equilibrio finanziario quanto mai precario». Il fatto è che «il problema non sono le quattordicesime di per sé – aggiunge un lavoratore – è la mancanza di prospettive per i prossimi mesi se la proprietà non metterà fine a questo stallo, a una situazione andata in continuo deterioramento. Il Colorificio si sta spegnendo per la loro inedia».
Insomma «oltre al problema contingente delle quattordicesime e della mancanza di certezze per gli stipendi – prosegue Chiavolelli – c’è l’organizzazione del lavoro andata a rotoli tra dimissioni continue e i dipendenti rimasti spremuti come limoni con mansioni non loro, c’è una mancanza di governance da parte della proprietà con la socia di maggioranza sparita da mesi: questi lavoratori dai soci vogliono certezze non solo economiche ma anche di prospettiva». A partire dalla risposta a quella domanda ovvia: se come sembra a breve si concluderà la cessione della Mantua Surgelati, che ne sarà di loro?
E a tutto questo si aggiunge l’allarme bonifiche: su richiesta dell’azienda, il ministero della Transizione Ecologica aveva concesso una proroga al 12 settembre per l’avvio degli interventi che spettano da tempo alla società. «La scadenza è passata e qui non è iniziato nulla» rimarca il sindacalista nel ricordare che al piano di risanamento del Colorificio è legata a doppio filo la partita delle bonifiche di un’area industriale che è di interesse collettivo per la città e per tutta la provincia oltre che per questi lavoratori. Bonifiche «di cui si parla dal 2008 e siamo ancora qui – sbotta l’Rsu Massimiliano Bezzecchi – e vorremmo chiedere ai candidati mantovani di questa campagna elettorale così come a chi amministra questa città e questa provincia: come possono accettare tutto questo, questa violazione della responsabilità sociale di impresa?».