Finge di essere la nipote e di aver avuto un incidente, truffata novantenne: via gioielli per mille euro

Si è spacciata al telefono per una nipote e ha finto di essere rimasta coinvolta in un incidente stradale. Per la rifusione dei danni, ha sostenuto, le servivano subito dei soldi da versare al notaio. Presa alla sprovvista di fronte alla drammatica notizia, la pensionata sacilese alla cornetta, 94 anni, ha creduto che quella voce fosse davvero della nipote. E invece a parlare era una truffatrice, che ieri mattina, con lo stesso trucco, ha tentato altri tre raggiri, sempre ai danni di ultraottantenni, non andati però a segno. A chi le faceva notare che aveva una voce diversa dal solito rispondeva di essere raffreddata.

«Verrà una mia amica a prendere il denaro...», ha preannunciato. Erano le 10.30 circa. La novantaquattrenne ha racimolato le gioie che custodiva in casa, monili, una spilla, per un valore complessivo di circa mille euro. Verso le 11.30 ha bussato alla sua porta una giovane, ha preso i preziosi e se ne è andata. Molto probabilmente era l’autrice della telefonata.

Ecco la descrizione fornita dalla vittima ai carabinieri della compagnia di Sacile: sui trenta-trentacinque anni, carnagione scura, corporatura snella, altezza 1 metro e sessanta. La pensionata ha poi sentito un familiare e ha realizzato di essere stata raggirata. Verso le 13 ha chiamato i carabinieri.

Fra le 13 e le 15 sono arrivate altre tre telefonate, da parte di altrettante pensionate. Anche loro hanno raccontato di aver ricevuto la stessa telefonata: una giovane che si fingeva loro nipote. Le tre anziane, ultraottatentenni, due residenti a Caneva, una a Fontanafredda, hanno però capito che si trattava di un raggiro e hanno subito chiamato i carabinieri.

In un caso, a Caneva, i militari dell’Arma si sono appostati in borghese nelle vicinanze dell’abitazione, nella speranza di cogliere con le mani nel sacco la truffatrice. L’anziana le ha promesso che avrebbe raccolto 400-500 euro in contanti. Evidentemente però l’autrice del raggiro messa sul chi va là dalla diffidenza della potenziale vittima, percepita nella conversazione, non ha abboccato alla trappola. Quando annusano il dubbio, i truffatori seriali preferiscono infatti non rischiare: telefonano a pioggia, decine di chiamate nell’arco di poche ore, ma si presentano a casa delle vittime solo quando sono certi di non essere stati scoperti.

Il comandante della compagnia di Sacile Danilo Passi ha chiesto poi a tutte le stazioni sotto al suo comando di allertare i sindaci, affinché pubblicassero sui siti e sui canali social avvisi alla popolazione, in modo da scongiurare ulteriori raggiri.

Come difendersi? Ecco i consigli dell’Arma. Diffidate di chi vi chiede soldi al telefono e chiamate subito il 112, anche quando avete solo un dubbio: i militari dell’Arma così potranno intervenire tempestivamente.