All’ospedale di Gorizia la festa è tutta per Alessandra: dopo 41 anni l’infermiera va in pensione assieme al marito
GORIZIA Nei corridoi del reparto, così come nelle stanze delle degenze, negli ambulatori, la sua assenza si sente già. Del resto, l’ultima volta che lei non c’è stata, era oltre quattro decadi fa. Sì, perché è durata 41 anni la carriera all’ospedale di Gorizia di Alessandra Stacul, storica e amatissima infermiera del reparto di Oncologia che è appena approdata alla meritata pensione.
Classe 1963, dopo la scuola media Alessandra aveva frequentato l’istituto delle Madri Orsoline per diventare maestra d’asilo, iscrivendosi in seguito alla Scuola convitto per infermieri professionali, autentico fiore all’occhiello della città. Ottenuto il diploma, ha lavorato inizialmente al “vecchio” San Giovanni di Dio, per passare in seguito all’Ospedale civile di via Vittorio Veneto e tornare infine proprio in via Fatebenefratelli. Dove è rimasta sino all’altro giorno, lavorando anche nell’ambulatorio screening, oltre che nel reparto di Oncologia. È sposata con Giuliano Bon, anche lui infermiere, con il quale curiosamente ha condiviso anche il giorno esatto di approdo alla pensione.
«Una donna concreta, capace, sensibile, disponibile e dal grandissimo cuore», la descrive chi l’ha conosciuta da vicino, e chi nell’ultimo giorno di lavoro l’ha voluta festeggiare anche in reparto. Là dove la sua esperienza e la sua dolcezza hanno fatto la differenza, rimanendo nel cuore di tantissimi pazienti, che ora hanno voluto raccontare il loro affetto per Alessandra. «Con la sua gentilezza e la sua incredibile esperienza è stata preziosissima per noi, lascia senza dubbio un vuoto», la ricorda una paziente, mentre Rosanna, un’altra donna che ha vissuto il passaggio nel reparto di Oncologia, dice: «Ci siamo sentite coccolate e sicure tra le tue mani, accolte e accompagnate, “fortunate” al di là di quello che la vita ci ha chiesto di attraversare. Sei stata per noi punto di riferimento, il tuo sorriso ci ha aiutato a superare il dolore».
Ancora, il marito di un’altra paziente racconta il «profondo rispetto e la grande gratitudine per Alessandra Stacul, che ha aiutato, sostenuto, ascoltato le persone che in un periodo della loro vita erano smarrite. E questo non solo somministrando i farmaci, ma anche tenendole semplicemente per mano».
E se Barbara ricorda l’infermiera come «una persona quasi di famiglia, un prezioso aiuto per me, lo dico da donna, da paziente e da collega», la presidente dell’associazione Volendo Continuare Odv (oltre che ex paziente oncologica) Nicole Primozic aveva dedicato a Stacul anche un passaggio del suo libro “Vivi!”. «Per noi Alessandra è stata un punto fermo, la prima ad accoglierci, parlarci, spiegarci le cose, con una pazienza infinita – dice Nicole –. Ecco perché ora che ha concluso la sua carriera lavorativa ci teniamo a dirle grazie. Con un auspicio: che il suo esempio ispiri magari tante altre giovani infermiere di domani».
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