Caro bollette in Friuli: dai libri scolastici alle spese sanitarie, sempre più famiglie chiedono aiuto alla Caritas
«È sempre più difficile per molte famiglie friulane gestire la casa, con tutti i suoi costi. Il caro bollette, prima solo annunciato, ora è una realtà.
Le richieste di aiuto alla Caritas per necessità quotidiane, dai libri scolastici alle spese per il dentista, fino ai pagamenti per acqua, luce e gas, stanno aumentando a dismisura.
Le porte nelle nostre sedi sono aperte tutti i giorni e gli operatori sono pronti all’ascolto. Ma forse, prima, vanno coinvolti i Comuni con i loro servizi sociali: altrimenti, a livello di comunità, non ci si rende nemmeno conto della portata del problema.
Urge una riflessione generale in seno alla società che si deve fare carico dei suoi poveri. In particolare, se la politica riuscirà a trovare una soluzione, anche parziale, allora probabilmente arriveremo alla fine dell’inverno con qualche “ferita”, ma almeno non troppo grave».
Sono le riflessioni di don Luigi Gloazzo, direttore della Caritas diocesana, sull’attuale situazione che ha portato tante persone che prima se la cavavano da sole a bussare al Centro di ascolto Caritas di via Treppo.
LO STRESS DI GESTIRE LA CASA
«Gestire la casa per la nostra gente – spiega ancora don Gloazzo – è un compito sempre più stressante. Noi abbiamo un Osservatorio privilegiato sui temi della famiglia e della casa che fanno registrare una crisi progressiva.
In questo momento, per esempio, abbiamo appena messo a disposizione undicimila euro affinché le famiglie possano comprare i libri scolastici, avere l’abbonamento all’autobus, acquistare i quaderni e così via. E i genitori vengono nei nostri centri, sparsi in tutta la provincia, a chiedere un sussidio».
I NUMERI DELLA SOLIDARIETÀ
Secondo le più recenti “fotografie” scattate dall’Osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse, il tessuto sociale è in rapida trasformazione se paragonato al passato e, in questo contesto, il ruolo del volontariato e della formazione, diventa cruciale.
«Durante il 2021 – riferisce ancora il direttore Caritas – 350 persone si sono rivolte al Centro di ascolto di Udine e sono stati fatti 1.800 interventi, per la maggior parte a favore di famiglie italiane.
Alla mensa “La Gracie di Diu” di via Rochi, dove si alternano circa 130 volontari, sono stati distribuiti gratuitamente 74mila pasti e alle famiglie o a chi non poteva uscire a causa del Covid sono state portate 550 borse della spesa. Infine, al Fogolar di via Pracchiuso sono state alloggiate 120 persone».
ATTENZIONE ALLE SPESE
«In questo momento – è ancora la riflessione del direttore della Caritas – dovremmo essere attenti alle nostre spese. Dovremmo essere, come si diceva una volta, sparagnini. Ad esempio qualcuno viene a mangiare in mensa perché utilizza le sue minime entrate per pagare affitto e bollette e così riesce a farcela.
Nell’ultimo periodo sono proprio le utenze domestiche a pesare molto sul bilancio familiare. In tanti chiedono aiuto solo all’ultimo momento, quando la società è vicina a sospendere l’erogazione e non sono mancate le interruzioni dei servizi».
L’APPELLO DELLA CARITAS
«Chi è in difficoltà deve accedere, prima di tutto, ai servizi sociali del Comune perché è quello il luogo deputato. È la società civile che deve farsi carico dei propri poveri. Eventualmente poi – conclude don Gloazzo – le assistenti sociali ci chiederanno una mano.
Ma se il fenomeno non viene portato alla società civile e alla politica nessuno ne prende pienamente coscienza e poi sembra che siano solo la Chiesa o la Caritas a dare l’allarme. Invece c’è bisogno che tutta la comunità si faccia carico del problema.
Anche se qui, lo ricordo, siamo sempre pronti all’ascolto e all’accoglienza. Nemmeno durante il Covid abbiamo chiuso servizi, gli operatori hanno fatto squadra e, per questo, esprimo loro la mia riconoscenza. D’altra parte, nel cuore delle persone, nelle società e nella chiesa abbiamo più forza che problemi».