TRIESTE. Se dopo otto stagioni vissute tra serie B e A, ha accettato di scendere di categoria pur di approdare alla Triestina, Luca Paganini nel progetto alabardato ci crede davvero. Anche se il 29enne esterno dell’Unione ammette che l’occasione di arrivare a Trieste è capitata per lui nel momento giusto.
«Quest’estate ero ancora senza squadra – racconta Paganini – ho sentito vari compagni di squadra fra cui Gori, e mi hanno parlato benissimo del progetto e della società, un ambiente che ovviamente per blasone conoscevo già. Così non ci ho pensato due volte a fare una scelta che si sta rivelando giusta e di cui sono soddisfatto, perché qui ci sono le carte in regola per fare grandi cose». E così dopo otto anni Paganini ha ritrovato il clima rovente della serie C: «Da allora qualcosa è cambiato, di certo bisogna affrontarla sempre nella maniera giusta, con positività ed entusiasmo. Del resto in qualsiasi categoria, se non ci stai con la testa e rallenti un po’, fai fatica. Per questo motivo ogni avventura va affrontata con la giusta determinazione». Paganini ha pochi dubbi anche sulla bontà del modulo: ha giocato in altri sistemi, ma quello attuale è il suo preferito: «In carriera ho fatto più moduli e diversi ruoli. Da esterno ho fatto tutta la fascia da difensore ad attaccante, nel 4-3-3 ho fatto la mezzala, comunque il 4-4-2 è il modulo con cui sono cresciuto ai tempi del Frosinone e mi sono trovato bene. Poi ogni allenatore ha qualche idea diversa dagli altri, ma bene o male le basi sono le stesse ed è un modulo che mi ispira molto». Anche per il 29enne romano, la Triestina crescerà col tempo: «L’inizio complicato me l’aspettavo, le prime partite devi capire ancora un po’ di cose. Ma non sono preoccupato, ogni giorno vedo la sintonia che si sta creando nel gruppo. Si sta arrivando a un buon livello, adesso siamo più coesi e con le idee più chiare. La continuità nei 90 minuti? Noi cerchiamo di mantenere sempre l’attenzione alta, l’approccio mentale è lo stesso per ogni partita, poi a seconda dell’avversaria hai dei piccoli cambiamenti. Il fatto è che la nostra voglia deve essere sempre superiore a quella degli avversari». L’occasionissima fallita con la Pro Vercelli non gli va ancora giù: «Quel traversone è stato sporcato un po’, io ero andato troppo a colpo sicuro, ma c’è stata una piccola deviazione che mi ha spostato la palla. Peccato, ma ne verranno altre. Alla fine quando non si vince c’è sempre amarezza, resta un bruciore dentro fastidioso, ma in spogliatoio ci parliamo e ci diciamo di tenere sempre la testa alta e guardare avanti: possiamo affrontare qualsiasi problema se lo facciamo insieme». E adesso la trasferta di Trento, dove tutti si aspettano la prima vittoria: «Per noi è una partita fondamentale, andremo ad affrontarla con lo spirito giusto. Sentiamo l’aspettativa che c’è fra i tifosi per questa stagione, è un fattore che ci dà forza per tirare fuori il meglio di noi. Vorremmo avere qualche punto in più, ma dobbiamo avere testa libera e positività su questo fronte, e non farci prendere dall'ansia».
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