Fasulo al lavoro per il nuovo film: «Sarà una storia di fantascienza»
Alberto Fasulo, regista e produttore cinematografico friulano, inaugura il nuovo anno accademico dell’Università della Terza età di Sacile e dell’Altolivenza, anno il cui filo conduttore sarà il tema del sogno. Mercoledì 28 s alle 16.30 nell’ex Chiesa di san Gregorio a Sacile, Fasulo converserà di cinema e sogno, con Paolo D’Andrea di Cinemazero.
«Il cinema – racconta – non è stato esattamente un sogno per me perché io ero assolutamente certo che quello sarebbe stato il mio lavoro. Fin dai primi anni del liceo, dopo aver visto tre film di tre maestri assoluti della cinematografia del Novecento – Tarkovskij, Herzog e Antonioni – il futuro fu chiaro per me: volevo fare film. Punto».
Il sanvitese Alberto Fasulo è sicuramente uno dei nomi di spicco del nuovo cinema italiano e l’apripista di una nuova stagione del cinema friulano che da qualche tempo si fa notare con produzioni interessanti come il pluripremiato “Piccolo corpo” della triestina Laura Somani, in questi giorni tra i titoli in corsa per la candidatura italiana all’Oscar.
Ha firmato come regista pochi film ma buoni – quattro in dodici anni –, ma Fasulo è un uomo di cinema completo e soprattutto libero. Completo perché il mestiere l’ha imparato sul campo, non nelle scuole o sui libri, lavorando per sette anni non solo come assistente alla regia, ma anche alla produzione, alla fotografia, al montaggio, al suono…
Tutti i vari e complessi passaggi della costruzione di un film. «Ho scelto di fare la gavetta perché avevo in mente fin da subito di fare cinema in modo consapevole – dice il regista di “Menocchio” – Ho avuto la fortuna di lavorare con grandi professionisti a cui ho guardato con attenzione e quando ho finito di girare il mio primo film, “Rumore bianco” nel 2008, ho visto con chiarezza la mia strada, tracciata davanti a me».
Completo e libero: Fasulo è non solo produttore ma anche distributore, avendo creato, insieme con Nadia Trevisan, la Nefertiti Film, piccola ma vitalissima casa cinematografica indipendente che si sta facendo notare con lavori coraggiosi.
Da “Rumore bianco”, che celebra il Tagliamento, a “Menocchio”, storia del mugnaio eretico Domenico Scandella, il cinema del friulano Fasulo ha radici immerse nella sua terra: «È un rapporto primordiale, il mio con il Friuli, ma io non guardo al territorio per raccontarlo al territorio stesso, ma al mondo. Se penso che “Rumore bianco” ha avuto un buon successo in Asia. Da non crederci: un film sul Tagliamento è piaciuto agli orientali».
È un momento positivo per il nostro cinema che negli ultimi anni ha dimostrato di essere vitale e innovativo. «È una terra di cinema, questa – afferma Alberto Fasulo – lo è sempre stata, ma negli ultimi vent’anni, anche grazie a leggi lungimiranti, si assiste a una crescita significativa in tutti i settori. Molte produzioni estere vengono qui a lavorare e questo crea un indotto importante”.
Dopo il lungo periodo governato dalla pandemia, Fasulo sta ultimando la scrittura del nuovo film che sarà di fantascienza. «Sono tre anni che scrivo e che butto quello che scrivo, la pandemia e il lockdown hanno cambiato la mia percezione e anche il modo di dialogare con lo spettatore. Sarà un film archetipico che si interroga sul senso di stare qui, noi essere umani, in questo mondo».
Qual è il senso di fare cinema oggi? «Anni fa un grande maestro augurò a un produttore di fare film che la gente non sa di voler vedere. Ecco io sono fermo su questo, questo è il senso. Del cinema ma anche di tutta l’arte».