E ora basta con l’agenda Draghi o con il suo ancor più misterioso succedaneo, il mai spiegato metodo Draghi. Se c’è un dato illuminato dalle elezioni è proprio questo: chi ha tentato di intestarsi l’una e l’altro in campagna elettorale o è finito molto male, come Enrico Letta, o con in mano un pugno di […]
E ora basta con l’agenda Draghi o con il suo ancor più misterioso succedaneo, il mai spiegato metodo Draghi. Se c’è un dato illuminato dalle elezioni è proprio questo: chi ha tentato di intestarsi l’una e l’altro in campagna elettorale o è finito molto male, come Enrico Letta, o con in mano un pugno di mosche, come la coppia Calenda-Renzi. O addirittura centrifugato come Luigi Di Maio. Senza tralasciare che chiunque abbia toccato i fili dell’ex-presidente della Bce ne è rimasto elettoralmente fulminato. Fa eccezione Giorgia Meloni, rimasta saggiamente all’opposizione, mentre ha limitato il disastro al dimezzamento dei voti Giuseppe Conte tirando il freno a mano proprio quando il precipizio sembrava inevitabile. Il testacoda è stato micidiale, ma almeno è riuscito a salvare il veicolo.
Tutti orfani di Draghi, ma non era vero
Il bello (si fa per dire) è che però giornali e tv ci hanno raccontato un’altra storia – ma meglio sarebbe chiamarla storiella -, secondo cui gli italiani si sentivano tutti orfani di Draghi, ne rimpiangevano il governo ed erano pronti a vendicarne l’infame tradimento subito facendola pagare cara ai suoi eliminatori. Se così fosse stato, Pd e Terzo (quarto) polo avrebbero dovuto raccogliere vagonate di consensi. Il primo, invece, ha fatto il peggior risultato di sempre mentre il secondo non è andato oltre la somma dei (pochi) voti di Italia Viva e di Azione.
Vero è che la Lega ha subito un’emorragia che non ha nulla da invidiare a quella dem, ma è altrettanto vero che moltissimi di quei consensi hanno premiato l’opposizione dei Fratelli d’Italia. E tutto torna. Mentre non c’è affatto concordanza tra i fatti e lo storytelling in uso a giornaloni e talk-show. E se tanto ci dà tanto, dovremo cominciare a chiederci se non sia una vena di masochismo a tenerci incollati davanti a trasmissioni dove conduttori e ospiti si divertono a considerare il proprio ombelico come il centro del mondo. Figuriamoci, perciò, se possono avere remore a spacciare l’inesistente agenda Draghi per il libro dei sogni degli italiani.
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