Ad attenderli una prova di maturità

MANTOVA. Gli scherzi della politica: pur con la riduzione del numero di deputati e senatori, Mantova quasi raddoppia il numero dei suoi parlamentari. Una sorta di record. Sono 7, tra cui 3 donne, i neo eletti: 4 nei collegi locali (di cui 3 nella maggioranza di destra centro) e 3 impostisi altrove (2 in forze destinate all’opposizione). Che questo significhi un passo avanti per le possibilità di questa terra di avere ascolto e riscontro a Roma è tutto da dimostrare.

Ma, nella distinzione di appartenenze e ruoli, una volta smaltita l’euforia come la delusione, c’è a loro disposizione un terreno di confronto e di collaborazione istituzionale molto ampio: se la bussola per ognuno saprà rimanere (almeno in parte, se non del tutto) orientata verso Mantova e non solo alla competizione fra partiti. Quella fra territori diventerà nei prossimi mesi ancora più accesa, con gli assetti economici e sociali messi così a prova dalle crisi che si susseguono. E le aree come la nostra, che tentano di riconquistare o guadagnare posizioni, di creare condizioni stabili per la ripresa di uno sviluppo di cui ci sono comunque segnali, non possono permettersi di perdere tempo e occasioni in miopie o ostruzionismi.

E per Fratelli d’Italia, primo partito ovunque esclusi il capoluogo e altri 3 Comuni della provincia su 64, la missione sarà ancora più delicata: il giudizio dei cittadini, come dimostra il voto di domenica che ha visto ribaltare clamorosamente i rapporti di forza nella coalizione, sa essere rapido quanto severo. Con l’orgoglio (anche) si vince: con la responsabilità si governa.