Nord Stream 2 continua a perdere gas, Svezia: “Falla allargata”. Ministro Francia: “Rialzo dei prezzi strutturale, non si torna indietro”
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La situazione è quindi ancora critica e questo influisce sui prezzi del gas, nonostante il prezzo alla borsa di Amsterdam si sia stabilizzato in giornata intorno ai 170 euro al megawattora, con i Ttf in calo di oltre il 9% sui livelli di fine luglio. Descalzi (Eni): valutiamo se è possibile "subentrare o al trasportatore o a Gazprom, che non ha pagato 20 milioni di euro di garanzia per trasportare il gas dall’Austria all’Italia"
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Continua la fuga di gas dal Nord Stream 2. Dopo le affermazioni di alcune cancellerie europee, confermate lunedì anche da Gazprom secondo cui le perdite di combustibile fossile dai gasdotti oggetto di un presunto sabotaggio erano terminate, la Guardia Costiera svedese ha affermato che, in base agli ultimi rilevamenti, sul condotto parallelo, mai entrato in funzione, che collega la Russia alla Germania non solo la falla non ha smesso di perdere, ma si è addirittura allargata. Dopo un sorvolo sui punti di fuoriuscita effettuato nella mattinata di lunedì, la perdita dal Nord Stream 1 non era più visibile e quindi si era giunti alla conclusione che la fuoriuscita di gas fosse terminata. Tuttavia, “quella più piccola proveniente da Nord Stream 2 è invece leggermente più grande di ieri” e misura circa 30 metri di diametro, hanno spiegato i guardacoste. Versione che, come detto, contrasta con quella fornita da Gazprom poche ore prima. Il colosso russo dell’energia aveva dichiarato infatti che “la pressione nella linea A del gasdotto Nord Stream 2 e in entrambe le linee del gasdotto Nord Stream 1 si è stabilizzata dopo le pause, le fughe di gas si sono fermate”.
La situazione è quindi ancora critica e questo influisce sui prezzi del gas. Nonostante il prezzo alla borsa di Amsterdam si sia stabilizzato in giornata intorno ai 170 euro al megawattora, con i Ttf in calo di oltre il 9%, sui livelli di fine luglio, il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, arrivando all’Eurogruppo ha dichiarato che “il rialzo del prezzo dei combustibili fossili è strutturale, non si torna indietro“, e questo “vale per il gas e anche per il petrolio. Le ultime indicazioni fornite dall’Opec sul prezzo del petrolio sono preoccupanti. Non bisogna quindi pensare nemmeno per un secondo che ci sarà una retromarcia sui prezzi dell’energia fossile, non ci sarà”. Mentre la Farnesina fa sapere che nel corso dell’incontro con l’ambasciatore russo a Roma, Serghej Razov, “non si è parlato del sabotaggio al Nord Stream”, Gazprom fa sapere che “la domanda globale di gas è scesa di 40 miliardi di metri cubi negli ultimi 9 mesi, con una percentuale dei 27 Stati dell’Ue del 75%, a 30 miliardi di metri cubi”. La compagnia aggiunge anche che l’esportazione media giornaliera è scesa del 30% a settembre, mese su mese, a 157 milioni di metri cubi.
L’Italia cerca di correre ai ripari e per questo Eni, con l’amministratore delegato Claudio Descalzi, comunica che sono in corso verifiche per valutare la possibilità di “subentrare o al trasportatore o a Gazprom, che non ha pagato 20 milioni di euro di garanzia al trasportatore che deve portare il gas dall’Austria all’Italia”, dopo l’interruzione in Austria, che dura da sabato, della fornitura proveniente dalla Russia e destinata all’Italia. Il manager ha precisato che il blocco “non è dovuto assolutamente a motivi geopolitici” ma al fatto che Gazprom “avrebbe dovuto pagare una garanzia monetaria per il passaggio di gas al trasportatore austriaco che porta il gas in Italia e che prima non c’era”. “Diventa difficile pensare che una società che vuole pagare in rubli possa mettere delle garanzie in euro per un passaggio”, ha proseguito Descalzi auspicando di poter “risolvere questo problema entro questa settimana” e precisando che “si parla di 20 milioni di garanzie su miliardi di euro di gas che passano. Vediamo se riusciamo a subentrare e fare questo sforzo, è una cosa che si poteva evitare”.
Intanto, l’Ue rimanda almeno a dopo il vertice dei leader informale di Praga il piano d’azione della Commissione sull’energia. La presentazione del piano era prevista per la giornata di domani, quando si riunirà il collegio dei commissari europei, ma la portavoce di Palazzo Berlaymont Dana Spinant ha fatto sapere che “il punto non è in agenda. Venerdì il dossier sarà al centro del Consiglio informale europeo, dopo il quale procedere rapidamente per continuare il nostro lavoro sui prezzi dell’energia”. “Ascolteremo i Paesi membri e agiremo nella maniera e nei tempi appropriati”, ha aggiunto un altro portavoce Ue, Tim McPhie.
Inizialmente la Commissione aveva previsto di portare un non paper (documento non ufficiale) sul tavolo del Consiglio Affari Energia di venerdì scorso prima di avanzare la proposta di un piano d’azione martedì. La profonda frattura tra i Paesi Ue sul tetto al prezzo del gas ha però rallentato i tempi e la riunione dei ministri dell’Energia della settimana scorsa ha certificato che sul non paper della Commissione manca un’intesa. Per questo, domani Ursula von der Leyen sarà a Parigi per incontrare Emmanuel Macron che, a sua volta, stasera incontrerà il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Con la Germania che, al momento, è tra i principali oppositori al price cap sul gas.
L’obiettivo primario dell’Europa è quello di muoversi in maniera compatta, senza tentennamenti o scatti in avanti da parte dei singoli Stati membri. “È essenziale che preserviamo le condizioni di equa concorrenza all’interno dell’Ue. Bisogna agire secondo un principio di solidarietà e coordinamento tra gli Stati europei”, oppure si corre il rischio di una “frammentazione” dell’Unione, ha detto Le Maire. “Nella nostra risposta coordinata dobbiamo difendere l’integrità del mercato interno, che non va messa a rischio”, ha sottolineato aggiungendo che “dobbiamo essere più veloci nelle nostre decisioni” ed è arrivato “il momento di decidere” anche sulla riforma del mercato elettrico: “Dobbiamo disaccoppiare rapidamente il prezzo del gas e il prezzo dell’elettricità in modo da avere un prezzo dell’elettricità che sia più ragionevole per le nostre aziende e per le nostre economie”.
Per l’Unione europea è comunque necessario pensare a dei piani di contenimento dei consumi per evitare una crisi energetica in pieno inverno. Le misure di risparmio del gas saranno “cruciali” per mantenere gli stock a livelli sufficienti in caso di taglio totale di gas russo e di “un’ondata di freddo tardiva”, ha fatto sapere a proposito l’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie) nel suo rapporto trimestrale. Per evitare l’importazione di gas russo, l’Europa ha proceduto con l’acquisto massiccio di gas naturale liquefatto (Gnl) e di gas norvegese. Grazie a questa strategia di diversificazione “gli stock di gas erano al 90% a fine settembre”.
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