GORIZIA. La sua esultanza dopo un gol è stata immortalata in una delle fotografie più belle ed emozionati della storia del calcio: le braccia al cielo, lo stadio Moretti di Udine gremito in ogni ordine di posti e il disappunto di un giocatore avversario. La foto è stata scattata il 22 febbraio 1959. Il giocatore esultante è Giovanni Jimmy Medeot, scomparso all’età di 85 anni. Nato a Mariano del Friuli il 2 giugno del 1937, Jimmy è cresciuto calcisticamente nel Mariano, lo stesso club dove si metterà in luce anche Dino Zoff qualche anno più tardi. Medeot, mezzala dalla tecnica sopraffina, passa all’Udinese, dove gioca dal 1957 al 1959 collezionando sei presenze con l’invidiabile bottino di quattro gol: i tre realizzati alla Lazio nella partita di campionato vinta per 4-1 con la famosa esultanza e poi il 26 aprile in Udinese Padova 1-2. Al termine di quella stagione Medeot viene ceduto al Venezia in serie B. Poi la carriera nei campionati di serie D con il Monfalcone e la Saici Torviscosa. Gli ultimi anni da giocatore lo vedranno indossare i colori del Latisana e della Pro Cervignano. Da giramondo della panchina ha allenato il Monfalcone, la Pro Gorizia, la Manzanese, il San Giovanni Trieste, le giovanili della Pro Gorizia ed è stato selezionatore della rappresentativa del Fvg: le sue squadre vincevano spesso i campionati e giocavano un gran bel calcio. Jimmy era quello del calcio “pane e salame”: pochi tatticismi, la tecnica prima di tutto, se si sbagliava un dribbling bisognava subito provare a farne un altro e guai a non stoppare bene la palla. Squadre di calcio, amici, vecchi giocatori, compagni di squadra, allenatori della sua generazione e di quelli che sono venuti dopo hanno tutti un personale ricordo di Jimmy e lo ricordano con tanto affetto e nostalgia. L’amico Alberto Medeot, ex giocatore di Spal, Trento Turris e Campobasso ha vinto da giocatore un campionato con la Pro Gorizia allenata da Jimmy e ha giocato diversi tornei assieme a lui. «Vai scatta Berto– mi diceva – io mi lanciavo per trenta metri in profondità, mentre lui faceva un tunnel all’avversario e poi faceva tutto da solo senza passarmi la palla. Nel campionato vinto con la Pro Gorizia siamo stati sempre in testa. Sono stati anni bellissimi». Chi seguiva le partite del Monfalcone, allenato da Medeot, sentiva i tifosi cantierini cantare sugli spalti: “Jimmy, Jimmy, Jimmy xè de Monfalcon, allena in promozion”. Il rettangolo del campo di calcio è stata la sua seconda casa perché prima veniva l’amata famiglia, con cui ha vissuto per tanti anni a Mariano del Friuli e poi a Monfalcone: la moglie Edda ed i figli Massimo e Barbara. Il funerale si svolgerà sabato alle 12 nella chiesa della Marcelliana a Monfalcone.
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