Lo schianto in A4, in fin di vita l’educatrice sopravvissuta. I familiari: «Un dolore inimmaginabile»
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Aperto un fascicolo per omicidio stradale colposo. Il pm non dispone l’autopsia. Per le sei vittime deciso un unico funerale
VENEZIA. Continua a lottare contro la morte Romina Bannini, la 35enne operatrice del Centro 21 che stava accompagnando in Carnia il gruppo di ragazzi disabili seguiti dall’associazione Cuore 21 di Riccione. È l’unica sopravvissuta allo schianto avvenuto venerdì sulla A4, all’altezza dello svincolo di Noventa di Piave, in cui hanno perso la vita altra sei persone. È ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Le sue condizioni sono disperate, ma è ancora viva.
I soccorritori l’hanno estratta ancora viva perché al momento dello scontro si trovava seduta nella parte posteriore del veicolo. Le hanno fatto da scudo non solo i corpi degli altri passeggeri, ma anche le valigie. Quando l’hanno estratta c’erano anche altri due passeggeri che respiravano ancora. Sono morti poco dopo.
L’inchiesta sulla tragedia, affidata al pubblico ministero Giovanni Zorzi, è per omicidio stradale colposo. La dinamica pare essere quella delineata sin dalle prime ore: il furgone, alla cui guida si trovava l’ex sindaco di Riccione Massimo Pironi - attivissimo volontario dell’associazione che dà assistenza a persone con la sindrome di Down - ha tamponato violentemente un camion croato che aveva rallentato la sua corsa lungo la corsia centrale della A4, all’altezza dello svincolo di Noventa di Piave. L’autista non si sarebbe accorto che il mezzo procedeva lentamente.
Il Tir si trova ancora sotto sequestro, in attesa della perizia dinamica sulla ricostruzione del sinistro, e il camionista potrebbe ritrovarsi a sua volta iscritto al registro degli indagati come atto dovuto, per permettergli di nominare un proprio consulente. Ma non paiono - al momento - emergere sue responsabilità: procedeva piano per un rallentamento del traffico. E, d’altra parte, Pironi è morto sul colpo. Sull’asfalto non sono stati trovati segni di frenata: questo fa dedurre che l’ex sindaco non si sia accorto del camion che stava rallentando. Non viene escluso quindi che il conducente sia rimasto vittima di un malore o di un colpo di sonno. Ma non sarà mai accertato perché il pm non ha disposto autopsie e ha già autorizzato la restituzione dei corpi, per i funerali, alle famiglie.
Famiglie che ieri mattina alle 9. 30 si sono presentate nella sede della polizia stradale a Noventa di Piave. Sono arrivati dalle province di Riccione e Rimini, chi in auto chi a bordo di furgoni noleggiati con il conducente. Con loro la sindaca di Riccione, Daniela Angelini, visibilmente affranta, il parroco don Alessio, la polizia locale romagnola.
La prima a parlare è stata la sindaca di Riccione. «Non abbiamo ancora dimenticato la tragedia delle due ragazze investite dal treno quest’estate alla stazione di Riccione», ricorda con lo sguardo triste Daniela Angelini, «e adesso la nostra comunità è ancora colpita da questo lutto. Tragedie di questa dimensione non le avevo messe in conto quando sono diventata sindaco, sono davvero pesanti. Ma le affrontiamo, ho una comunità distrutta, ma coesa. Abbiamo saputo quasi subito notizie generiche di quell’incidente e poi poco dopo abbiamo ricostruito tutto quello che era purtroppo successo. Doveva essere un giorno di festa, con la cooperativa viaggiavano spesso in Italia per condividere la loro esperienza con altre realtà. Ero molto legata all’ex sindaco Massimo Pironi che era volontario al Centro 21 e con lui avevo collaborato. Conoscevo i ragazzi uno per uno».
A Riccione erano appena state inaugurate le iniziative per il centenario della città, ora sospese. La presidente della Onlus fondata nel 1993, Cristina Codigè, è la mamma di una delle donne che hanno perso la vita, Maria Aluigi, di 34 anni. «Erano ragazzi autonomi e indipendenti, le donne vivevano in appartamento assieme», ricorda, «Poi c’era Alfredo che lavorava per la cooperativa. Dopo tre anni questa era la gita premio che aspettavano tanto. Io e mia figlia ci siamo sentite la mattina alle 11. 30. Nella cooperativa abbiamo una sessantina di persone, dai 6 ai 52 anni. Era un week-end di festa. Massimo Pironi era con noi dal 2014, da quando ha terminato il suo percorso politico. Quando abbiamo saputo sono stata tempestata di telefonate e ho capito subito cosa poteva essere successo».
I familiari sono poi andati direttamente all’obitorio per il riconoscimento delle salme. Un momento straziante. Una signora si è sentita male ed è stata subito assistita dai sanitari.
Stasera alle 21 a Riccione ci sarà la veglia di preghiera per i sei morti, come detto l’ex sindaco Massimo Pironi e i cinque ragazzi del Centro 21: Francesca Conti, Rossella De Luca, Maria Aluigi, Valentina Ubaldi e Alfredo Barbieri. La veglia nella chiesa di San Martino sarà celebrata dal vescovo di Rimini Francesco Lambiasi insieme ai parroci riccionesi riuniti in preghiera. Le famiglie delle vittime hanno espresso il desiderio di celebrare tutti insieme un unico funerale nella chiesa di San Martino. Disposto il lutto cittadino a Riccione per tre giorni, da venerdì a oggi, che verrà confermato anche nella giornata dei funerali, non ancora fissati. (r.d.r , C.m. e G.c.)