Mahmood parla della sua musica, del rapporto strettissimo con la madre Anna, di quello difficile con il padre, degli inizi, delle porte in faccia ricevute (vedi X Factor), dei trionfi a Sanremo (due volte), dei punti di riferimento: gli amici e la famiglia. Il cantautore di Soldi e della più recente Brividi parla di sé e della carriera nel documentario Mahmood, presentato in anteprima ad Alice nella città (sezione parallela della Festa del Cinema di Roma), nelle sale il 17-18-19 ottobre e su Prime Video dal 15 novembre.

Il viaggio è tra presente e passato, tra immagini di repertorio (vediamo Alessandro all’età di otto anni in Egitto mentre gioca con la sabbia insieme ai cugini) e il recente tour europeo che lo ha portato dal Bataclan di Parigi a Madrid, nel video della sua prima canzone inedita (non scritta da lui) dal titolo La notte ti adora al palco dell’Eurovision 2022 insieme a Blanco, sulla spiaggia di Orosei, paese della madre Anna in Sardegna, ai provini di X Factor, ai successi di Sanremo. Ascoltiamo anche le interviste ai cugini, agli zii, agli amici del cuore e ai colleghi Dardust, Carmen Consoli e Blanco.

Mahmood si lascia andare in questo documentario che definisce terapeutico: «Di solito faccio fatica a parlare», confessa, «forse per questo che ho deciso di scrivere canzoni. Spesso tendo a non pensare ai problemi e a offuscare i ricordi del passato, questo lavoro mi ha aiutato invece a mettere dei punti fermi che altrimenti non avrei fatto». 

Blanco e Mahmood. (Amazon Studios)
Blanco e Mahmood. (Amazon Studios)

Con la madre ha un rapporto viscerale. È stata lei a crescerlo dopo l’abbandono del padre, a sostenere il suo sogno e a tenere sempre la barra al centro: «è stata una mamma rompina e precisina – la descrive Alessandro - ma è la migliore che mi potesse capitare». Il rapporto con il padre è di tutt’altra natura: «è sempre stato un casino, sono stati pochi i momenti belli che ho vissuto con lui, e anche quelli, a ripensarci, non sono stati strepitosi – racconta nel doc - Ricordo quando se ne è andato di casa; non provo rabbia o rancore, non ho rimpianti. Siamo su due binari opposti». 

Il cantautore non si sente arrivato, anzi, «sono solo all’inizio della mia carriera», dice. «Ho appena compiuto 30 anni e questo documentario non vuole essere celebrativo: voglio mostrare che non sono una superstar che spacca, sono un essere umano e anche uno un po’ ansioso».