Boralevi: «Magnifica creatura sono i sogni e i desideri che ognuno si porta dentro»
foto da Quotidiani locali
TRIESTE Il cambiamento come rigenerazione, come scoperta di sé, di quell’io profondo che è in noi e che spesso fingiamo di non vedere. Questa è la chiave dell’ultimo romanzo di Antonella Boralevi, “Magnifica Creatura” (Nave di Teseo, pagg.480, euro 20), nuovo capitolo della saga di successo che racconta nella Toscana degli anni prebellici fino al boom economico la vita di due sorelle, Ottavia e Verdiana, talmente opposte, come l’ombra e la luce, da diventare complementari. Non a caso fin dall’esergo, che cita una lettera del regista François Truffaut in un momento di forte turbamento esistenziale, l’autrice ci prepara alla visione di un affresco che racconta non solo un’epoca di profondi cambiamenti, gli anni ’50 e ‘60, ma soprattutto le mille trasformazioni del nostro essere, che talvolta ci portano a scoprire la “magnifica creatura” che è in noi, poiché: “Ciascuno di noi diventa nella sua vita tante persone differenti”. Antonella Boralevi sarà a Trieste per presentare il romanzo martedì, alle 17.30, al Circolo della Stampa di corso Italia 13, in dialogo con Rossana Bettini.
Iniziato con “Tutto il sole che c’è”, il racconto delle vicende d’amore e di vita delle due sorelle Valiani si intreccia alle vicende della storia dell’Italia di Mussolini e poi della guerra, per approdare nel secondo capitolo della saga agli anni post-bellici della rinascita economica. Non a caso il primo e il secondo romanzo finiscono e iniziano, senza quasi soluzione di continuità, esattamente nel momento “topico” del matrimonio di Ottavia, la sorella “buona”, quando la “cattiva”, Verdiana, tenta di rivelare la menzogna che cambierà per sempre le loro vite.
Un intreccio narrativo a trama stretta, che lascia il lettore quasi invischiato nei fatti raccontati dalle due protagoniste, intrappolate in un mondo che riserva ancora alle donne solo il ruolo di mogli e madri, ma che ciascuna affronta e risolve secondo visioni e sentimenti opposti, generando così in chi legge una sorta di “chimica inclusiva” che ci porta a vedere e poi a riconoscere i nostri sentimenti solo perché cuciti addosso a personaggi diversi da noi.
«Questa storia è così potente - spiega Antonella Boralevi - perché va a toccare un nocciolo profondo che dorme in fondo a noi. Il titolo di questo romanzo non è un caso, l'ho voluto proprio perché è un messaggio potente che ci dice che dentro ciascuno di noi dorme una “magnifica creatura”, che ognuno possiede nel suo cuore, dentro l'anima, il nocciolo forte dei suoi sogni, dei suoi desideri, di tutto ciò che normalmente si tende a non voler vedere perché ci mette in crisi».
Così tutti i sentimenti, anche la cattiveria, diventano la chiave per capire altri sentimenti più profondi e rivelarci a noi stessi. «Credo - sottolinea l’autrice - che la cattiveria (sentimento centrale in questa storia), quella di una sorella verso l'altra, nasca quando sei profondamente infelice, quando non hai saputo trovare dentro di te la “magnifica creatura” e dargli voce».
Il punto di vista femminile nella narrazione trasforma così la forza delle donne, capaci di rialzarsi dopo ogni caduta e di trovare ogni volta una ragione di speranza, in un potente strumento d’indagine dei sentimenti umani. Le vicende di Ottavia e Verdiana, immerse in una profonda “toscanità” dei paesaggi, interni ed esterni, finiscono per diventare paradigma dell’armonia degli opposti, di quella mescolanza tra popolo e aristocrazia, tra ricchezza e povertà, tra eleganza e rovina, tra dolce e acre, tra bianco e nero, che è poi il segreto dell’appeal di questa storia e la cifra di questa autrice. «C’è molto di me in quasi tutti i personaggi - spiega Boralevi - perché mentre li racconto diventò loro: io sono anche la cuoca grassa che si arrabbia perché mettono in disordine la cucina, piuttosto che il figlio del ciabattino che si traveste da donna perché ha paura. Il mio carattere reale possiede però la positività di fondo di Ottavia: tendo sempre a vedere il bene dentro qualunque cosa, non mi lascio quasi mai sopraffare dal buio».
Una storia, un intreccio, dei personaggi, che secondo l’autrice sembrano nati per diventare una fiction, anche se esclude possa esserci un terzo capitolo della saga: «Senza dubbio sarebbe una serie televisiva incredibile, da vendere in tutto il mondo, perché l'Italia degli anni ’40, ‘50 e ‘60 è quella che tutti cercano. Vedremo. In questo momento - conclude - l'ispirazione per un altro romanzo non ce l'ho. Mi sto molto dedicando invece all’idea di un saggio sulla letteratura e sulla storia».