Cade nella roggia accanto al marciapiede e annega. Familiari risarciti con 415 mila euro
foto da Quotidiani locali
I familiari di Giulia Salvalaio avevano ragione: la roggia in cui è caduta e annegata la loro cara era proprio “killer”, non era né segnalata né interdetta all’accesso, si apriva all’improvviso lungo un marciapiede e avrebbe potuto finirci dentro chiunque.
Dopo una battaglia lunga cinque anni, il Tribunale civile di Vicenza ha giudicato il Comune di Rosà esclusivo responsabile del decesso dell’anziana, avvenuto il 24 settembre 2016, condannandolo a risarcire i due figli con una somma complessiva di oltre 415mila euro, ma contando anche le spese processuali che dovrà rifondere a tutte le controparti (avendo a sua volta chiamato in causa anche terzi) si supera il mezzo milione di euro.
La signora Salvalaio, che aveva 88 anni, era di Martellago, dove abita tuttora uno dei figli, che fin da subito aveva puntato il dito sulla totale mancanza di protezione di quel canale artificiale e che, per fare piena luce sulla tragica vicenda e ottenere giustizia, attraverso il responsabile della sede di Mestre, Riccardo Vizzi, si è rivolto a Studio3A-Valore S.p.A.
Ora il Tribunale ha dato ragione a lui.
Dal 2011 la donna, per essere meglio seguita per le patologie collegate alla sua età, si era trasferita dall’altra figlia, che risiede appunto a Rosà con la sua famiglia. Non aveva mai dato alcun problema, ma nella notte tra il 23 e 24 settembre 2016 è uscita di casa, con addosso la vestaglia e le pantofole, e ha cominciato a percorrere le strade del paese.
Al riguardo, è risultata preziosa anche la telefonata al 112 di un automobilista di passaggio insospettito dalla vista di quell’anziana che alle 5.15 del mattino camminava nella zona industriale di Rosà: l’uomo, su indicazione dei carabinieri, ha invertito la marcia per tornare a controllare, ma purtroppo non l’ha più ritrovata.
Il resto purtroppo è tristemente noto: l’anziana è finita con il volto immerso nel canale, ha cercato disperatamente di rialzarsi, come dimostrano i segni e i graffi che ha lasciato incisi sulle pareti e sul fondo, ma è rimasta incastrata con un piede in una grata inclinata posta all’ingresso di un incanalamento sotterraneo, altro elemento che ha contribuito al dramma, non riuscendo più a liberarsi: è morta annegata in mezzo metro d’acqua, una fine orribile.
Quando la figlia, al risveglio, non l’ha trovata a letto, ha immediatamente dato l’allarme e sono scattate le ricerche da parte dei carabinieri della locale stazione, che però si sono concluse in modo tragico alle 10 del mattino con il ritrovamento del corpo senza vita dell’anziana nella roggia, “non protetta né segnalata da nulla” come si riporta anche nel rapporto dei militari.