Segretario della Lega di Padova, colpo di scena: si candida anche Alain Luciani
foto da Quotidiani locali
Non ci saranno solo Davide Favero e Federica Pietrogrande a giocarsi il ruolo da segretario cittadino della Lega. Venerdì alle 17 ha consegnato ufficialmente la sua candidatura anche Alain Luciani, il grande estromesso dal consiglio comunale. «Se dovessi essere eletto sarò il segretario delle periferie e non del centro storico» le parole di Luciani, puntellate proprio attorno ai due sfidanti principali, che invece vivono e lavorano tra le piazze.
Una candidatura arrivata in extremis e da outsider, ma che potrebbe spiazzare i militanti chiamati al voto lunedì a Limena. «Io credo che i militanti siano stanchi di scegliere tra persone platealmente sponsorizzate – spiega Luciani – e quindi credo di avere le mie possibilità. Ho un programma diverso, non appartengo a nessuno e dialogo con tutti. Mi candido proprio per abbandonare i metodi del passato».
Ovvio il riferimento alla gestione della segreteria cittadina dell’uscente Massimo Bitonci, di cui Luciani è stato assessore tra il 2014 e il 2016, ma anche agli stracci che volano tra il parlamentare e l’ala marcatiana della Lega, che lunedì contrapporrà Davide Favero alla favorita, Federica Pietrogrande. «Ho sempre agito diversamente – insiste Luciani –. Quando è stato il momento ci ho messo la mia faccia e ho difeso Bitonci fino alla morte, ma quando è arrivato quello delle critiche non mi sono spostato e le ho fatte. E questo mi è costato in termini politici, visto che sono fuori da tutto, ma continuo a pensare che la meritocrazia possa pagare alla fine».
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Luciani, che alle ultime elezioni amministrative è rimasto fuori dal parlamentino di Palazzo Moroni a causa dei risultati disastrosi del Carroccio, oggi non si sente né “bitonciano” né “marcatiano”: «Io sono leghista e lo sono da quando eravamo al 3 per cento, poi quando siamo stati oltre il 30 e ancora oggi – evidenzia –. A Padova non ci si può continuare a dividere attorno ad una persona, altrimenti ogni volta diventa una ricerca di plebiscito. Ed io non voglio portare questo come segretario. La Lega è un’idea, ha un’identità ed io credo che oggi ci sia bisogno di esperienza politica che io ho concretamente. L’obiettivo è traslare il lavoro che ho fatto nel quartiere dove vivo in tutto il resto della città. Serve fare politica per la gente e io so come si fa. Ci volessero anche dieci anni, io ci riuscirò. Ma basta correnti, la Lega dev’essere unita».
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Intanto, dopo la richiesta del consigliere regionale Fabrizio Boron di vederci chiaro sui conti della Lega per sostenere la campagna elettorale di Francesco Peghin, arriva la promessa di Davide Favero (che Boron sponsorizza per la segreteria): «Porterò a tutti gli iscritti e a tutti i militanti di Padova, senza distinzione, i documenti e le spese dell’ultima campagna elettorale. Si chiama rispetto verso la base, da lì ripartiremo tutto insieme: ascolto e trasparenza verso tutti» promette, facendo da sponda quindi all’invito di Boron che mirava a colpire sempre Bitonci. «La Lega ha sempre fatto della onesta, trasparenza e chiarezza il suo vanto. Durante le ultime elezioni comunali abbiamo appreso di scelte e decisioni solo a mezzo stampa – chiude Favero –. Un modo di fare che non mi sembra in linea con il nostro essere leghisti. È giunto il momento di superare le polemiche, l’astio e le critiche. Sarà la prima cosa che farò da segretario: convocare tutti, militanti vecchi e nuovi, spiegare a tutti cosa farò e soprattutto dettagliare a tutti le spese dell’ultima campagna elettorale. Sono soldi della Lega, sono soldi dei militanti e dei sostenitori».