Uno scheletro trovato da un cercatore di funghi a Mogliano
Macabra scoperta, indaga la Procura. La pista di un vecchio delitto oppure di un suicidio
Stava andando a funghi, in un’area di campagna tra Mogliano e Mestre, in via Marocchesa, a due passi dal parcheggio pubblico del centro direzionale delle assicurazioni Generali. È in una zona poco battuta, a ridosso del fiume Dese, dietro all’ex Postiglione, che un anziano residente della zona si è imbattuto pochi giorni fa in un macabro ritrovamento: davanti ai suoi occhi si sono parati prima degli indumenti da donna, consunti, e poi le sembianze di un corpo umano, in stato avanzato di decomposizione, ormai a pezzi. Immediatamente è scattata la segnalazione alle forze dell’ordine che sono intervenute sul posto assieme al personale della procura della repubblica.
La vicenda è un vero mistero. Indagano i carabinieri e la prima pista a essere battuta sarà con tutta probabilità quella legata al mondo di mezzo legato alla tratta lungo il Terraglio.
L’anno scorso, a poca distanza, all’interno del vasto compendio dell’ex istituto sordomuti della Provincia di Venezia, era stato ritrovato il cadavere di una donna ucraina senza fissa dimora, di 57 anni. In quel caso la vicenda fu immediatamente archiviata dopo aver accertato le cause del decesso, dovuto a un malore e non a violenze.
Stavolta è tutto diverso: in prima battuta rimane ancora indecifrabile l’arco temporale che potrebbe essere intercorso tra l’effettivo decesso della persona e il suo ritrovamento. E poi il sesso: solo la presenza di indumenti da donna lascia pensare che si tratti di un soggetto di genere femminile. Secondo altri si tratta invece di un uomo.
Stando alle prime testimonianze il cadavere recuperato avrebbe ormai quasi le sembianze di un piccolo scheletro.
I dubbi aperti
Tutte le piste rimangono aperte, da quella del malore improvviso a quella di un’efferata violenza, magari di un suicidio. Di sicuro il luogo del ritrovamento lascia pensare anche alla precisa volontà di occultare il cadavere, di non farlo trovare. Tutta da verificare anche l’ipotesi di un decesso avvenuto nello stesso luogo del macabro ritrovamento. Non è da escludere infatti che, dopo un’eventuale delitto, inscenato altrove, il corpo sia stato volutamente spostato in una zona poco battuta.
Solo una causalità quasi imprevedibile, come la stagionale passeggiata in luoghi remoti alla ricerca di funghi, ha fatto affiorare questa tragica realtà. Sono quindi innumerevoli i punti interrogativi, i nodi da sciogliere.
Le indagini
Se verrà appurato che si tratta di un uomo bisognerà capire le cause della morte. Un suicidio o un omicidio legato alle tratte che si svolgono lunto il Terraglio.
Se invece sarà appurato che si tratta di una donna allora va ricordato che il mondo di mezzo della prostituzione è puntellato di storie di violenza, di pestaggi nei vicoli, talvolta anche di omicidi.
Sulla storia di Mogliano, e della frazione di Marocco in particolare, pende ancora un caso irrisolto: quello del ritrovamento della nigeriana Aubote Oniha, trovata uccisa a 27 anni in via Tarù, su un fosso, nel marzo del 1993, uccisa da almeno una trentina di coltellate. Anche in quel caso la prima pista a essere battuta fu quella legata alle bande che controllano il mercato della prostituzione. Un mondo criminale che affiora ogni notte nelle nostre strade e che nei suoi lati più oscuri cela una vita di degrado e violenza. —