Non solo luce e gas, corsa al rialzo anche per legno e pellet
UDINE. Il governo decide per il razionamento del gas in vista del prossimo inverno, limitando il funzionamento degli impianti di riscaldamento sia negli uffici pubblici come nelle abitazioni private, e in molti provano a organizzarsi andando alla ricerca di un’alternativa.
Anche in Friuli, però, da settimane ormai, si assiste a un aumento vertiginoso dei prezzi di legna e pellet, e così pure il ripiego della stufa può diventare un problema dal punto di vista economico.
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Nel giro di sei mesi il costo di un bancale di legna (10 quintali) da ardere è passato dai 135 euro ai 300 euro, quello per un sacco di 15 chilogrammi di pellet da 4 euro a più di 13 euro, più del triplo.
Ma non finisce qui: oltre al problema dei prezzi, c’è la penuria di materia prima, che costringe molti punti vendita a contingentare gli ordini per evitare di andare in overbooking.
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«La produzione di pellet in Italia è limitata a 500 mila tonnellate, con la maggior parte del prodotto che, per quanto ci riguarda, proviene dall’estero – rileva Filippo Meroi, presidente del gruppo Tecnoedili di Confcommercio provinciale di Udine –. Oggi, però, con la speculazione dei prezzi in atto anche in questo settore, molti Paesi produttori tengono per sé la materia prima, e quindi si crea una carenza di prodotto sul mercato».
A rendere più complicata la situazione, è il fatto che almeno il 15 per cento delle famiglie italiane, sfruttando gli incentivi governativi e i vari bonus, ha optato per una stufa a pellet in sostituzione di un impianto a gas.
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La domanda è aumentata, l’offerta, però, è diminuita, e così i prezzi sono volati alle stelle. E molti consumatori si sono fatti prendere dall’ansia, acquistando legna e pellet in quantità superiore rispetto agli scorsi anni, per il timore di restarne sprovvisti durante i mesi freddi.
«Anche noi dettaglianti subiamo la speculazione in atto – confessa Meroi – visto che siamo costretti a comprare il prodotto a prezzi esagerati senza avere la certezza di riuscire a rivenderlo all’utente finale». Meroi consiglia di mantenere la calma: «Bisogna fare attenzione ai prezzi prima di ordinare o acquistare la merce, ed evitare ordini eccessivi per paura di restare senza pellet o legno durante l’inverno. È importante affidarsi sempre a un negoziante di fiducia per evitare di incappare in qualche truffa, magari dopo aver visionato qualche pseudo offerta online».
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Alla base dell’aumento dei prezzi c’è stata la chiusura, da parte di alcuni governo dei Balcani, delle esportazioni di legna, blocco che è stato eliminato solamente qualche settimana fa: «Serbia e Bosnia hanno deciso lo stop alle esportazioni, e questo per noi ha rappresentato un problema – rileva Luca Gottardo di Market Verde –. Ora che i flussi sono ripresi c’è il rischio che qualche fornitore tenti di piazzare quella legna rimasta per qualche mese ferma nei piazzali, e quindi di bassa qualità. Bisogna fare attenzione».
Nonostante la ripresa delle esportazioni, il prezzo continua a restare alto, soprattutto per la legna da ardere. A tale proposito, il capocategoria “Legno e affini” di Confartigianato, Franco Petrigh, lancia un appello: «Una regione come la nostra, ricca di materia prima, non può essere soggetta alle oscillazioni e alle speculazioni del mercato internazionale. Serve un intervento deciso da parte della politica per ottimizzare i sistemi di utilizzo del legno locale, valorizzando quello che può diventare un valore aggiunto per il nostro territorio. Il nostro obiettivo, nel breve-medio periodo, deve essere quello di diventare autonomi sul fronte dell’approvvigionamento», chiude Petrigh.