Vertenza Flex di Trieste, incontro decisivo a Roma: ecco quali sono i punti dell’accordo
TRIESTE Giovedì alle 14.30 a Roma presso il ministero dello Sviluppo economico, ingresso in via Molise, dovrebbe definirsi la vertenza Flex, lo stabilimento di materiali elettronici in strada Monte d’oro che a maggio venne interessato da un drastico piano di ridimensionamento.
L’incontro, “arbitrato” da Luca Annibaletti responsabile ministeriale delle crisi industriali, vedrà misurarsi Regione Fvg, azienda, sindacati. Non è ancora ben chiaro - informa Antonio Rodà, segretario Uilm - se si giungerà alla firma di un accordo vero e proprio oppure se le parti si limiteranno a chiarire le posizioni in vista di un’intesa.
Comunque abbiamo già un passo in avanti procedurale: la riunione avverrà, dopo un lungo ricorso alla videoconferenza, “in presenza”, anche se chi lo vorrà potrà parteciparvi “da remoto”. I termini dell’agreement, salvo le solite sorprese all’89° minuto, sono quelli anticipati lo scorso 1° ottobre: 48 uscite volontarie (pensionandi, altro lavoro, partita Iva); mancato rinnovo di 72 contratti “somministrati” (interinali) a partire dal 31 ottobre; Flex si impegna a versare tre mesate di stipendio ai somministrati e ad assumerne qualche unità.
Invitalia, agenzia del ministero dell’Economia e Finanze, collaborerà con l’azienda su alcuni progetti, così da supportare il sito manifatturiero triestino che, a differenza di quanto si prospettava in maggio, non sarà dismesso.
Certo, il prezzo pagato per la sopravvivenza industriale (che sarà tutta da verificare) è assai alto: sommando interinali e dipendenti, la fabbrica perde 120 addetti e scende attorno alle 400 unità, quando in un passato non troppo remoto ne impiegava più di 600. Si tratta di un classico compromesso, qualora si pensi che la richiesta di Flex a maggio prevedeva 280 esuberi.
Il tema della delocalizzazione resta però in primo piano: la tenuta della dimensione produttiva non smentisce la volontà della multinazionale statunitense Flextronics di continuare a puntare sul sito romeno di Timisoara.
I sindacati sono preoccupati per la sorte degli interinali, così da premere sulla Regione Fvg affinché siano attivate le misure di formazione e di collocamento tali da attenuare la botta occupazionale, soprattutto per quegli “interinali” che hanno superato i 50 anni.
Se l’esito dell’odierno confronto sarà quello ora descritto, si concluderà senza gloria la prima fase della presenza Flextronics a Trieste, iniziata nella primavera 2015 quando la multinazionale Usa subentrò alla francese Alcatel Lucent. Nel corso degli anni le ambiziose aspettative suscitate dall’arrivo nordamericano lasciarono il posto a una grigia realtà a base di carenza di clienti (per cui lo stabilimento triestino era monopolizzato dalle commesse Nokia), di progressivo trasferimento di attività prima in Messico poi in Romania, di costante ricorso agli ammortizzatori sociali. Fino allo choc dello scorso maggio.