Cambia genere sul diploma di maturità. «L’identità alias nel Trevigiano è già una vera esigenza»
«Non c’è una dirigente scolastica con cui io abbia parlato presentando il convegno che mi abbia detto che nella sua scuola non ci sono casi». Non ci sono tempi da precorrere, dunque, ma esigenze e disagi da gestire; come quella della studentessa che ha fatto correggere al Liceo Artistico il genere sul proprio diploma. Al convegno organizzato a Palazzo Rinaldi da Rete Lenford, gli avvocati per i diritti Lgbti+, per presentare il Regolamento per l’identità alias alle scuole superiori ieri lo si è detto a chiare lettere: la questione dell’incongruità di genere è attualissimo nelle scuole trevigiane.
Il diploma corretto
«Abbiamo avuto un caso in particolare lo scorso anno», ha detto Sandra Messina, dirigente scolastica del Liceo Artistico. «Siamo dovuti intervenire su un diploma di stato, cambiando l’intestazione dal genere femminile al maschile. E questo ci ha fatto riflettere su un esigenza concreta. Oggi abbiamo un paio di casi di persone che manifestano l’incongruità di genere, e che stiamo cercando di monitorare e sostenere insieme alle famiglie», ha aggiunto la dirigente.
All’Artistico non sono arrivate vere e proprie richieste di identità alias, anche perché al momento non c’è un regolamento approvato, ma l’intenzione di attrezzarsi c’è tutta. E sarà probabilmente tema che il consiglio d’istituto, organo scolastico demandato ad approvare i regolamenti, affronterà già quest’anno.
La risposta delle scuole della Marca, va detto, se è stata entusiasta nelle dichiarazioni del giorno dopo - quasi tutte hanno aperto al regolamento - non è stata altrettanto positiva nelle presenze al convegno di ieri in Sala Verde a Palazzo Rinaldi.
Le scuole timide
Sebbene non ci fosse un registro delle presenze, quindi qualche istituto potrebbe non aver fatto notare la propria presenza, in sala c’erano solo, oltre all’Artistico, il liceo scientifico Da Vinci, con il preside Mario Dalle Carbonare, e il Mazzotti, con una delegata della dirigente.
Il Linguistico per altro è già avanti sull’inclusione di persone transgender: non ha approvato un regolamento alias, ma ha eliminato il genere dal registro. Folta al contrario la presenza della comunità Lgbte. «So che alcune persone non sono venute perché non hanno avuto il coraggio di farlo», ha detto la professoressa dell’Artistico Donatella Lanzarotta, relatrice e una delle registe dell’iniziativa.
«Tutto nasce lo scorso anno quando una collega in ricreazione è venuta da me, sapendo che sono attiva su questi temi, e mi ha detto che in una classe aveva uno studente e una studentessa che volevano farsi chiamare con un nome diverso da quello registrato all’anagrafe», ha riferito.
Ed è stata lei ad andare scuola per scuola a consegnare le locandine dell’incontro e a parlare con i dirigenti de, «nessuno mi ha detto che nella sua scuola non aveva nemmeno un caso».
Comune assente
Un saluto avrebbe dovuto essere dato anche dall’assessore alle pari opportunità Gloria Tessarolo, che però, pochi minuti prima dell’inizio dell’incontro, ha fatto sapere alla moderatrice, l’avvocata Valentina Pizzol, di avere un impegno e non poter presenziare.
Insomma il padrone di casa non ha esattamente rispettato l’etichetta. Sebbene abbia concesso la sala, e la commissione pari opportunità - ma non il Comune - abbia concesso il patrocinio e aperto i lavori con la presidente Valeria Zagolin.
Il regolamento
Giovedì il regolamento per l’identità alias è stato presentato regola per regola. La persona transgender può presentare richiesta di un’identità alias attraverso un modulo da inviare via mail, e consultabile solo da una persona deputata a farlo, senza la necessità di presentare alcuna documentazione medica o psicologica, e nel caso di minori di 14 anni con il consenso dei genitori.
Sarà poi la dirigente o il delegato a seguire la pratica, chiedendo, se necessario un supporto. Una volta approvata nei registri comparirà il nuovo alias, che varrà anche nelle attività come gite, conferenze o scuola-lavoro. Darà diritto ad utilizzare bagni e spogliatoi del genere elettivo al posto di quello anagrafico.