Coldiretti, riflettori accesi sul settore latte: «La politica non dica troppi no»
Riflettori accesi sul settore lattiero caseario con Coldiretti, che alla Fiera dei Morti di Asola ha portato un approfondimento sul tema. In un convegno nel quale è emersa la volontà degli operatori di proseguire sulla strada del lavoro e dell’ottimismo per il mercato dei prossimi mesi, «purché - spiega l’associazione - le variabili dei costi di produzione, dell’espansione dell’export e dei consumi interni non impazziscano».
«Abbiamo investito sui territori e possiamo contare su una produzione di circa due milioni di forme di formaggi Dop fra Grana Padano e Parmigiano Reggiano e sulla forza di due marchi ombrello - spiega il presidente di Coldiretti e del Consorzio Virgilio, Paolo Carra -. Abbiamo investito in innovazione per il benessere animale, dobbiamo concentrarci sull’export e sui nuovi mercati. E alla politica dobbiamo chiedere di sostenerci, di non dire troppi no, che frenano lo sviluppo». Parole sulle quali tutti si trovano concordi. «Quasi il 50% della nostra produzione va all’estero, dove puntiamo a crescere, conquistando il consumatore con formule in grado di coniugare la qualità del Grana Padano ai servizi - dice Renato Zaghini, presidente del Consorzio del Grana Padano e del Caseificio Europeo - L’export insieme all’innovazione e al dialogo con il consumatore rappresentano le strategie vincenti, unitamente a un’efficace programmazione produttiva».
Il consumatore è l’ago della bilancia per Alberto Dall’Asta, direttore di Italatte (Gruppo Lactalis Italia), che non nasconde alcune difficoltà di approvvigionamento nel corso della scorsa primavera ed estate. «Sempre di più conterà il fattore umano, insieme all’innovazione e alla flessibilità - commenta, invece, Fabio Lorenzi, presidente della società cooperativa Cozoman, che commercializza 3.800 quintali di latte al giorno - Nel 2022 abbiamo avuto soddisfazione dal latte spot e siamo stati contattati dalle imprese per i rinnovi contrattuali del 2023».
Con 85 cooperative in Lombardia, un fatturato di 2 miliardi di euro e 2.500 occupati, la cooperazione è l’ossatura della produzione di latte in regione. «Le cooperative negli ultimi 5-6 anni hanno avuto capacità di remunerare meglio rispetto alla destinazione a latte alimentare - afferma Fabio Perini, presidente di Confcooperative FedAgriPesca Lombardia -. Dobbiamo però difendere il sistema delle indicazioni di origine, che è sotto attacco a livello europeo col disegno di gestire i marchi Dop come se fossero brevetti».
A tratteggiare le prospettive economiche ci pensa Angelo Rossi, fondatore dei siti Clal e Teseo: «In futuro le variabili climatiche influenzeranno sempre di più i volumi di latte e di materie prime agricole - dice Rossi - A livello mondiale si sta verificando un timido rallentamento della domanda, e le produzioni di latte stanno riprendendo quota, seppure lentamente, in Germania, Francia e Olanda, mentre in Nuova Zelanda e Australia stiamo assistendo a un ridimensionamento delle consegne».