Nel nuovo Registro già 118 associazioni mantovane, altre 711 attendono di avere i requisiti
Non più due registri regionali ma solo uno nazionale in cui raggruppare le varie associazioni di volontariato e di promozione sociale che operano nel Mantovano.
È la legge di riforma del Terzo settore del 2020 che ha fatto partire dal 21 novembre dello scorso anno il Registro unico nazionale del terzo settore e conferito alla Provincia il compito di controllare tutte le associazioni iscritte ai due precedenti registri regionali per farle trasmigrare nel nuovo. Fino all’anno scorso esistevano due registri regionali, uno per le associazioni di volontariato e l’altro per le associazioni di promozione sociale.
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L’iscrizione all’uno o all’altro registro concedeva alle associazioni la possibilità di accedere ai contributi pubblici. Adesso bisogna essere iscritti al Registro unico nazionale del terzo settore sempre tenuto dalla Provincia per avere la qualifica di ente del terzo settore o, a seconda dei casi, quelle specifiche di organizzazione di volontariato, associazione di promozione sociale, ente filantropico, rete associativa, imprese sociali e società di mutuo soccorso.
Essere iscritti al nuovo Registro permette di beneficiare di varie agevolazioni, anche fiscali, di accedere al 5 per mille e, per specifiche tipologie di enti del terzo settore, a contributi pubblici, di stipulare convenzioni con le pubbliche amministrazioni e di acquisire nei casi previsti la personalità giuridica.
Ecco perché la Provincia ha dovuto iniziare un lavoro certosino di verifica di ben 850 associazioni; c’era da valutare se tutte avessero ancora i requisiti per trasmigrare direttamente dai vecchi registri a quello nuovo e, soprattutto, seguire quelle che non li avevano nel processo di regolarizzazione, magari attendendo che modificassero lo statuto davanti al notaio. E così, da febbraio scorso è iniziato questo lavoro da parte degli uffici, concluso in anticipo visto che il termine ultimo è il 5 novembre.
«I nostri uffici hanno finito prima le verifiche inviando a quelle associazioni non in regola l’email con quello da fare per mettersi in regola – dice Donatella Panizzi, consigliere provinciale con la delega alle politiche sociali – È stato un lavoro molto complesso e, quindi, siamo contenti di averlo terminato in anticipo. Adesso aspettiamo solo che le associazioni ci rispediscano le eventuali modifiche apportate allo statuto. Per valutarle avremo a disposizione 180 giorni dopodiché arriverà il verdetto di dentro o fuori».
Delle 850 associazioni verificate solo 118 sono state trasferite direttamente nel nuovo Registro unico nazionale: tutte avevano i requisiti e, quindi, la trasmigrazione è avvenuta velocemente. Tra loro ci sono gli oratori, i circoli Anspi, Acli e Arci, oltre ai comitati territoriali della Croce Rossa, alle associazioni sanitarie, di carattere culturale, animaliste e di protezione civile. Altre 21 associazioni sono state cancellate d’ufficio perché, nel frattempo, avevano cessato l’attività oppure avevano perso alcuni requisiti. «Ci sono anche ventitré enti – spiega Panizzi – che hanno fatto richiesta di iscrizione per la prima volta: di questi, otto sono stati respinti».
Restano 711 associazioni che, dalle verifiche della Provincia, sono risultate non in regola per l’iscrizione, ma che con qualche aggiustamento potranno rientrare nel Registro unico. A mano a mano che invieranno alla Provincia la risposta, Palazzo di Bagno farà un’altra verifica e, se in ordine, quelle associazioni saranno iscritte al Registro unico. «A parte questo passaggio dell’iscrizione, puramente burocratico ma fondamentale per l’attività delle varie associazioni, il grosso problema del volontariato è quello di non aver il ricambio generazionale – osserva Panizzi – purtroppo i giovani non si avvicinano a queste associazioni».