Strappati nella notte cinque tricolori esposti dagli alpini per il 4 novembre
Cinque dei sette tricolori che sventolavano sotto la loggia di San Giovanni per festeggiare il 4 novembre sono stati strappati nella notte tra lunedì e martedì.
A denunciare l’accaduto sono stati gli alpini che, come di consueto, avevano esposto le bandiere in vista delle celebrazioni che ricordano l’entrata in vigore dell’armistizio di Villa Giusti (firmato il 3 novembre 1918), che sancì la resa dell’Impero austro-ungarico all’Italia e l’annessione di Trento e Trieste.
Per questo motivo, l’intervento italiano nella prima guerra mondiale viene considerato una sorta di quarta guerra d’indipendenza italiana e il 4 novembre è la Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate.
Nel 1921, proprio in occasione delle celebrazioni del 4 novembre, il milite ignoto venne sepolto all’altare della patria a Roma e in occasione del centenario, il 4 novembre 2018, l’allora presidente della Repubblica Sergio Mattarella vece visita al sacrario di Redipuglia per poi spostarsi in piazza Unità d’Italia a Trieste.
Una giornata che anche gli alpini di Udine centro, che hanno la sede proprio sotto la loggia di San Giovanni, si preparavano a festeggiare anche quest’anno.
«Purtroppo - racconta il consigliere comunale e alpino del gruppo di Udine centro, Paolo Pizzocaro - non è la prima volta che si verifica un episodio del genere. Alcuni anni fa una bandiera era stata bruciata.
Si tratta di gesti gravi che vanno condannati perché mettono in discussione il senso di attaccamento alla patria che invece contraddistingue le forze armate e gli alpini. Avevamo appeso le nostre bandiere per celebrare l’Unità e così faremo».
Il presidente del gruppo Ana di Udine centro, Lucio Favero, in accordo con il presidente proviniciale Dante Soravito de Franceschi, ha denunciato l’accaduto ai carabinieri e la polizia locale sta già visionando i filmati delle telecamere di videosorveglianza.
«Abbiamo cambiato di recente il tipo di telecamera e adesso quelle della zona riprendono a 360 gradi per cui - dice l’assessore Alessandro Ciani - sicuramente il fatto è stato immortalato.
Spesso però questi atti vengono compiuti da persone incappucciate e quindi non è detto che saremmo in grado di identificare gli autori. Oltre alle telecamere comunali che sono state posizionate anche per tutelare i monumenti ci sono poi diverse telecamere private di cui potremmo acquisire le riprese per cercare di trovare il o i responsabili». —
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