La gara d’appalto non fu pilotata, assolti tre imprenditori
foto da Quotidiani locali
Non ci fu alcun tentativo di turbare la gara d’appalto con la quale il Comune puntava a trovare una ditta che realizzasse un nuovo collegamento tra viale Tricesimo e il cavalcavia di via Cividina, a Udine.
Lo ha stabilito, lunedì 7 novembre, il giudice monocratico Roberto Pecile, assolvendo dall’accusa di tentata turbativa d’asta gli imprenditori Roberto Grigolin, 67 anni, di Susegana, Antonio Cervi, 81, di Treviso, e Graziano Coletti, 70, di Godega di Sant’Urbano (Treviso).
La vicenda ruota attorno alla gara da 438.746,20 euro bandita dal Comune di Udine il 17 giugno 2019: gli uffici di palazzo D’Aronco avevano inviato una segnalazione alla Procura, lamentando presunte irregolarità nelle dichiarazioni presentate da due delle ditte che avevano partecipato alla gara, ovvero la Brussi costruzioni srl e la Nuova Geo.Mac srl, escluse dalla procedura a evidenza pubblica.
Il Tar del Lazio, nel frattempo, aveva accolto l’istanza delle due aziende, certificando la regolarità del procedimento. L’attività investigativa della Guardia di finanza, coordinata dalla Procura, era andata avanti, fino alla richiesta di rinvio a giudizio per i legali rappresentanti delle due ditte (rispettivamente Cervi e Coletti) e per Grigolin, in quanto socio di maggioranza della Nuova Geo.Mac e amministratore unico della Superbeton Spa, proprietaria al 99 per cento della Brussi. Per il pm l’accusa è di avere «dissimulato artificiosamente l’esistenza di un unico centro decisionale di offerte coordinate e concordate».
Lunedì l’epilogo, con la sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste, pronunciata dal tribunale in composizione monocratica. Il Comune di Udine, che si era costituito parte civile nel procedimento penale con l’avvocato Giangiacomo Martinuzzi, attende di leggere le motivazioni della sentenza per valutare l’eventuale appello.
Soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Bruno Malattia, legale di Grigolin e Cervi: «Il procedimento nasce da un’esagerazione, a mio modo di vedere – spiega – e non ha tenuto in considerazione della giurisprudenza in sede comunitaria, né degli elementi che devono presiedere a un’eventuale responsabilità penale».
Sulla stessa lunghezza d’onda l’avvocato Stefano Trubian, che ha difeso Coletti: «Si chiude un cerchio, la soddisfazione è moderata – ha commentato al termine dell’udienza –. Il dibattimento ha dimostrato chiaramente che il comportamento di Coletti mai fu improntato alla volontà di turbare la gara». —