L’aveva inseguita fino a casa, poi l’aggressione e le molestie sessuali: operaio condannato a 2 anni e 2 mesi
foto da Quotidiani locali
TALMASSONS. Aveva raccontato di essere stata inseguita fino all’ingresso di casa, a Talmassons, ed esservi stata spinta dentro e, lì, di essere stata afferrata per le braccia e palpeggiata, riuscendo a evitare i baci che pure lo sconosciuto aveva tentato di imporle.
Il caso, prontamente denunciato dalla donna, si era altrettanto velocemente chiuso con l’identificazione del presunto responsabile in un operaio di 35 anni, originario del Kosovo e residente a Vigonovo di Fontanafredda. Succedeva il 12 ottobre 2021.
Finito a processo (celebrato a porte chiuse) per le ipotesi di violazione di domicilio e violenza sessuale, l’uomo è stato condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione. Tanti quanti ne aveva chiesti il pm Letizia Puppa. Il difensore, avvocato Giovanni Catanzaro, che aveva insistito sull’infondatezza dell’accusa, ha già annunciato appello. Il legale di parte civile, avvocata Andreina Baruffini, che aveva chiesto un risarcimento di 20 mila euro, ha definito la sentenza «severa ma giusta», osservando come la sua giovane assistita abbia «coraggiosamente reagito al tentativo di violenza e poi deciso di denunciare, non solo per tutelare se stessa, ma anche tutte le altre ragazze che l’imputato incontrerà in futuro, magari più fragili di lei».
Nel tirare le fila dell’istruttoria, il difensore aveva ricordato come a dibattimento fosse emerso che i carabinieri avevano concluso le indagini «in una sola giornata» e come la donna avesse ricordato il suo aggressore «per i colori dei capi d’abbigliamento che indossava», riconoscendone pantaloni, maglia e scarpe «da una foto in bianco e nero». Inoltre, il testimone “chiave” aveva riferito di avere sentito l’imputato ammettere le proprie colpe, salvo poi dichiarare «di e