Accoltellò un 21enne in strada, «ma non volevo ucciderlo»
Omicidio di via Bonomi. In aula l’esame dell’aggressore che è stato ammesso al giudizio abbreviato: visionate tutte le immagini delle telecamere
MANTOVA. La formula giuridica è spinosa assai: «riqualificazione del capo d’accusa da omicidio a morte quale conseguenza di altro delitto». Tradotto, si mette (relativamente) bene per il presunto omicida di via Bonomi, dove un anno fa venne accoltellato il 21enne Abdul Mobarik Zanre, poi morto in ospedale. Caduta l’aggravante dei futili motivi, Hiani Othman – questo il nome dell’imputato – aveva potuto accedere al rito abbreviato che, in cambio della rinuncia alla fase di dibattimento, concede un robusto sconto di pena in caso di condanna.
Il 22 novembre, su richiesta del suo avvocato Francesco Ruggenini, l’uomo, 23 anni, è stato esaminato in aula. Un esame lungo, a porte chiuse, per il quale l’avvocato ha ottenuto la visione delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza puntate sulla via.
A chiedere la riqualificazione del capo d’accusa è stato il pubblico ministero, lasciando al giudice il compito di quantificare la pena. Banalizzando, è come se la pubblica accusa avesse accettato la versione del «non volevo ucciderlo» sostenuta dall’imputato. Di quale altro reato la morte di Abdul Mobarik Zanre sarebbe stata la conseguenza, però, non è dato di sapere.
Come per l’interrogatorio di garanzia, anche attorno ai passaggi successivi della vicenda vige il più stretto riserbo, per ricorrere a una formula ossidata ma calzante. Incerta, la vicenda, a partire da quei futili motivi adesso scomparsi dall’orizzonte processuale: l’accoltellamento era stato l’epilogo feroce di una lite per questioni di droga, oppure l’esito assurdo di una rapina maldestra?
Insomma, il riserbo carica la tinta gialla di una storiaccia dalla geografia mossa: la discussione si era innescata davanti alla stazione ferroviaria, il ragazzo morto era residente nel Bresciano e l’aggressore abitava a Verona. Era finita tra le urla in strada e la paura dei residenti in via Bonomi, cerniera tra la stazione e il centro. Discussione e sentenza sono in calendario per il 6 dicembre.