Sferra una gomitata all’avversario durante la partita, calciatore condannato
La sua partecipazione al torneo era stata decisa all’ultimo momento: mancava un calciatore e un amico gli aveva chiesto di sostituirlo. Era l’8 giugno del 2019 e di quella partita si è continuato a parlare a lungo.
Anche martedì 22 novembre, nel tribunale di Udine, dove si è chiuso il processo che vedeva proprio Nicholas Anzolin, 27 anni, di Latisana, imputato di lesioni personali.
Perché a un certo punto, con le squadre in campo, era stata una sua gomitata a mandare a terra un avversario. Chiamato a rispondere delle conseguenze dell’infortunio, costato al giocatore che lo stava marcando la frattura dell’osso mascellare e la perdita di due denti, è stato condannato a un anno di reclusione, sospeso con la condizionale.
La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico Daniele Faleschini Barnaba, che ha riconosciuto al giocatore infortunato, un friulano oggi 28enne, costituitosi parte civile con l’avvocato Michele Tibald, il diritto a ottenere il risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede, ma con versamento di una provvisionale di 5 mila euro.
La pubblica accusa aveva chiesto che fossero inflitti 1 anno e 4 mesi. La difesa, rappresentata dall’avvocato Daniela Lizzi, aveva insistito invece per l’assoluzione, escludendo la volontarietà del fallo e osservando come, da giurisprudenza, dovesse essere fatto rientrare nel perimetro del cosiddetto “rischio consentito” previsto per gli sport con contatto fisico. Praticamente scontato l’appello.
Nel capo d’imputazione, il pm Elisa Calligaris aveva evidenziato come l’episodio fosse avvenuto a gioco fermo. Le squadre si stavano misurando in un’amichevole di calcio a sette nel campo sportivo di Castions delle Mura - Bagnaria Arsa.
Delle due aggravanti contestate, il giudice ha escluso quella dei futili motivi che, in tesi accusatoria, erano stati indicati nel vantaggio della squadra avversaria e in precedenti scontri di gioco, di cui diversi testimoni, a dibattimento, hanno negato l’esistenza. Dopo l’incidente, Anzolin era stato espulso e la partita sospesa, con vittoria assegnata a tavolino alla squadra avversaria.
«Il mio assistito – ha argomentato l’avvocato Lizzi – non aveva alcun motivo per usare violenza contro la parte offesa, che peraltro non aveva neppure mai visto prima di allora. Né la partita aveva una carica agonistica tale, da giustificare odio e animosità.
Era in corso una rimessa laterale e mentre avanzava verso la palla calciata da un compagno – ha spiegato –, Anzolin si era semplicemente smarcato dall’avversario che gli stava dietro». —