Folgiero: Fincantieri pronta a partecipare a un piano industriale per salvare Wärtsilä
«Chiederemo i danni». Lo scambio di battute con Fedriga: ipotesi produzione militare anche a Trieste dopo Genova. Fedriga promuove la manovra del governo Meloni: «Positivo il superamento del reddito di cittadinanza»
TRIESTE. Un possibile approdo della produzione militare anche a Trieste «a patto che si trovi un accordo fra le Regioni Liguria, dove si produce il business militare, e Friuli Venezia Giulia». Finisce con questa suggestione l’inedito confronto a due al Molo Settimo fra l’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero e il governatore della Regione Fvg e presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, piatto forte dell’appuntamento Top 500 realizzato da Nordest economia - hub economico dei quotidiani Gedi - con PwC Italia, Fondazione Nord Est, Università di Padova e Ca’ Foscari di Venezia. Confronto dove Fedriga si esprime sulla manovra del governo Meloni: «Non ho ancora letto il documento ma sicuramente alcuni principi trovano condivisione, per esempio il superamento del reddito di cittadinanza penso che sia stato importante». Fedriga ritiene che non ci sia pericolo che l’autonomia divida il Paese: «Al contrario unisce e cerca di colmare differenze e opportunità che ci sono per i cittadini dei territori».
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Alla Top 500 dominano i temi industriali. Folgiero è in procinto di tracciare la nuova rotta del colosso italiano della navalmeccanica con il nuovo piano atteso a fine anno. Il gruppo che il Ceo vuole plasmare punta molto sulle crociere e sulla Difesa, un mercato in espansione dove le navi Fincantieri «sono tra le prime al mondo». É una questione di geopolitica che è mutata con la guerra in Ucraina e un Mediterraneo sempre più al centro dei giochi: «L'Italia sarà chiamata a proteggere il fianco sud del Mediterraneo. Le navi di superficie e i sommergibili sono di Fincantieri e questi due prodotti saranno sempre più richiesti in giro per il mondo».
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In dialogo con la direttrice del Piccolo Roberta Giani, che lo ha interrogato su tutti i più importanti temi strategici che riguardano il gruppo, Folgiero ha definito Fincantieri «laboratorio del Sistema Paese» convinto che per fare ripartire l’Italia serva rilanciare la sua manifattura industriale in nome della «grande creatività e dell’ingegno italiano». Non basta insomma l’export e la buona stella del Made in Italy ma bisogna ricostruire un sistema industriale “pesante” senza il quale un Paese non avrebbe futuro e rischierebbe la de-industrializzazione.In questo scenario il Ceo ha espresso ancora una volta il suo forte disappunto per la fuga del colosso industriale Wartsila da Trieste dicendosi pronto a partecipare a un progetto di reindustrializzazione dell’area: «L’industria dei motori è storicamente il cuore produttivo della città. Con i vertici di Wartsila abbiamo un dialogo serio e non emotivo. Fincantieri non produce motori ma facciamo parte dello stesso ecosistema industriale e se si crea una realtà italiana vicina a Fincantieri, noi siamo pronti a intervenire come partner commerciale».
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Forgiero qui precisa il suo pensiero quando racconta che Fincantieri ha un potere attrattivo verso l’industria manifatturiera ed è questo il “sistema” industriale che il colosso cantieristico è in grado di creare con le sue risorse e la sua competenza tecnologica. Fincantieri sulla vicenda Wartsila (che come ha rilevato Fedriga rappresenta un caso unico in Italia in cui sono tutti d’accordo nel contestare la fuga finlandese: Regione, sindacati, imprese del territorio) è deciso a fare valere le sue ragioni: «Con i vertici di Wartsila abbiamo un dialogo serio e non emotivo e con loro ci sentiamo tutte le settimane. Il comportamento del gruppo finlandese, irrazionale sotto il profilo industriale, ci penalizza nell’adempimento dei contratti verso i nostri clienti. Quindi stiamo agendo con tutte le leve, non solo di moral suasion ma anche con azioni legali, per difendere i nostri interessi, che riteniamo disattesi con dolo».
Fedriga promuove la riduzione Iva delle accise sui carburanti anche se -aggiunge- «non è una manovra di carattere strutturale». Il Governatore poi lamenta l’insufficienza della politica energetica europea: «Il tetto al prezzo del gas è fuori da ogni logica e premia la speculazione». E annuncia che nella prossima legge di stabilità regionale saranno previsti investimenti per la transizione energetica.
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