Il governo tedesco ha approvato oggi anche tagli ai prezzi del gas e dell'elettricità, nell'ambito del più ampio piano a sostegno di famiglie e imprese tedesche
Il governo tedesco e quello francese hanno firmato oggi a Berlino un accordo di “sostegno reciproco” nel campo dell’energia, per garantire sempre gli approvvigionamenti di fronte alle attuali difficoltà. Lo hanno annunciato in conferenza stampa a Berlino il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, e la prima ministra francese Elisabeth Borne. La firma avviene mentre i paesi dell’Unione europea faticano a definire una linea condivisa sul tetto al prezzo del gas pagato alla Russia e su una politica comune di gestione della crisi energetica La Germania è uno dei paesi che più si oppone all’introduzione del tetto e l’accordo di oggi rischia di rinfocolare polemiche sul rischio di divisioni all’interno dell’Europa con ricadute in termini di vantaggi o svantaggi competitivi. Il governo tedesco ha approvato oggi anche tagli ai prezzi del gas e dell’elettricità, nell’ambito del più ampio piano a sostegno di famiglie e imprese tedesche.
L’accordo arriva nel giorno in cui 40 associazioni industriali europee, inclusa la Confindustria italiana, chiedono “misure emergenziali rivoluzionarie sull’energia e politiche efficaci mirate a rafforzare la competitività, la crescita e l’occupazione”. Le imprese esortano l’Europa a “focalizzare urgentemente la propria azione sull’attuale crisi energetica, che sta seriamente aggravando il rischio di una deindustrializzazione a livello europeo. Secondo gli imprenditori, in prima battuta, serve evitare che forze divisive ed individualismi minino la solidarietà, uno dei valori fondanti dell’Unione Europea”. “La sopravvivenza dell’industria europea è chiaramente a rischio: si intravedono segni di delocalizzazione della produzione e si teme che in futuro migliaia di imprese chiuderanno, soprattutto pmi” avverte la federazione di industriali BusinessEurope.
La Francia, tradizionalmente esportatrice netta di energia, è alle prese con problemi al suo parco di centrali nucleare che in tempi normali forniscono il 70% dell’energia che il paese consuma. Nell’ultimo anno Parigi è stata quindi per la prima volta costretta ad importare elettricità. L’Eliseo ha fatto pressioni perché la riparazione e manutenzione di alcuni dei reattori fermi fosse completata entro il prossimo gennaio ma molto difficilmente la scadenza verrà rispettata. Gli ingenti costi per la manutenzione e l’ammodernamento delle centrali (almeno 50 miliardi di euro) ha indotto il governo a nazionalizzare completamente il colosso Edf, di cui già deteneva una quota di maggioranza, per garantire le risorse necessarie. A differenza della Francia, la Germania è un paese che ha sinora fatto molto affidamento sul gas (in particolare russo) da cui ottiene poco meno del 30% dell’elettricità che utilizza. È quindi uno degli stati più direttamente colpiti dallo stop dei flussi da Mosca e dall’impennata dei prezzi innescata dalla guerra in Ucraina.
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