Sgomberate a Curtatone due ville confiscate alla mafia
Le abitazioni sono dell’imprenditore Marchio, condannato nell’ambito del processo Pesci contro la cosca Grande Aracri
È stato compiuto ieri mattina a Curtatone, lo sgombero forzato di una villa, in via Ungaretti 74, di proprietà di Giacomo Marchio, imprenditore edile 46enne condannato in primo grado e in Appello nell’ambito del processo Pesci, perché ritenuto uno degli affiliati alla cosca mafiosa cutrese di Nicolino Grande Aracri.
La sentenza, emessa nell’ottobre del 2021 (Marchio è stato condannato a due anni e otto mesi ma è in libertà) è già andata in giudicato e ora è scattata la confisca degli innumerevoli beni di proprietà. Tra cui la villa con palestra e piscina, a Montanara, dove l’imprenditore ha vissuto fino a ieri con moglie e tre figli, di cui uno maggiorenne e due minorenni, e un altro appartamento in via Lussemburgo a Eremo, in cui viveva una persona vicina a Marchio, probabilmente un socio.
In quest’ultimo alloggio, ieri mattina, all’arrivo delle forze dell’ordine, l’inquilino si era già allontanato, quindi non c’è stato bisogno di alcuna azione di forza. Nella villa di via Ungaretti, invece, moglie e figli piccoli se n’erano andati, mentre Marchio e il figlio più grande hanno opposto una certa resistenza, rifiutandosi di uscire. Ma per portare a compimento lo sgombero, sul posto sono arrivate diverse forze, coordinate dalla prefettura, pattuglie della polizia e anche i vigili del fuoco. Alla fine, padre e figlio, non hanno potuto fare altro che lasciare la casa.
Il prefetto di Mantova Gerlando Iorio aveva discusso l’operazione in sede di Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica e durante una riunione di coordinamento con il questore, i vertici provinciali delle forze di polizia, i rappresentanti dell’Anbsc (Agenzia nazionale per l'amministrazione e ladestinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata) e del comune di Curtatone. Portato a termine lo sgombero, l’abitazione verrà affidata al Comune di Curtatone, che metterà a punto dei progetti di rilevanza sociale «da perseguire con la necessaria rapidità per non vanificare, tra l’altro, gli sforzi compiuti per recuperare e sottrarre l’immobile alla criminalità organizzata» ha concluso il prefetto, che al termine dello sgombero ha ringraziato enti e forze dell’ordine intervenuti.