Le porte dei negozi restano aperte nonostante i divieti, il sindaco di Udine manda i vigili contro lo spreco
Negli ultimi giorni le temperature si sono abbassate anche in città ed è stato necessario mettere in funzione gli impianti di riscaldamento. Ci sono però delle regole da rispettare, per fronteggiare il caro bollette e preservare le scorte di gas. E non si tratta solamente di raccomandazioni relative alle temperature da tenere in casa (non dovrebbero superare i 19 gradi), ma anche di regole riguardanti lo spreco di calore nei locali pubblici. A tal proposito il sindaco Pietro Fontanini, a fine ottobre, ha firmato un’ordinanza per obbligare bar e negozi a tenere le porte d’ingresso chiuse nel caso in cui si affaccino sulla pubblica via.
[[ge:gnn:messaggeroveneto:12193282]]
Girando per il centro, però, questa disposizione sembra essere stata disattesa. Molti negozi, infatti, lasciano le porte spalancate, al mattino come al pomeriggio, e passando accanto agli ingressi, la vampata di calore che fuoriesce è immediatamente percepibile. Eppure l’ordinanza era stata firmata, a fine ottobre, proprio per evitare situazioni del genere alla luce dell’aggravarsi dell’emergenza energetica. Per ora il personale della polizia locale ha avvisato gli esercenti del centro sull’entrata in vigore dell’ordinanza, senza ancora far scattare le sanzioni (si va da un minimo di 25 a un massimo di 500 euro).
«Si vedono molte porte aperte in centro – rileva il sindaco Fontanini – cercheremo di fare rispettare l’ordinanza, rinnovando l’avviso agli operatori cittadini. Anche perché il provvedimento resterà in vigore per tutto l’inverno, fino al 31 marzo».
Va detto che dalle prescrizioni dell’ordinanza sono esclusi quei locali che hanno spazi all’aperto di pertinenza dell’attività per cui è indispensabile il passaggio continuativo del personale dall’interno all’esterno, oltre agli esercizi commerciali e di somministrazione alimenti e bevande le cui porte di accesso al pubblico non si affacciano direttamente verso l’esterno. Lo stesso dicasi per quei punti vendita dotati di dispositivi idonei a evitare la dispersione termica, le cosiddette lame d’aria. E in molti casi questi ultimi dispositivi sono stati utilizzati dai negozi per lasciare le porte aperte, e in particolare dalle grandi catene di abbigliamento e di intimo.
[[ge:gnn:messaggeroveneto:12188519]]
È sufficiente fare due passi in centro, tra le vie Poscolle, Rialto, Cavour e Mercatovecchio, per trovare molti negozi con le porte aperte: Golden Point, Falconeri, Zara, Sephora, Calzedonia, Intimissimi, Fielmann, Piumini Danesi, Tezenis e Just in Case, Tomani, soltanto per citarne alcuni. «Abbiamo in funzione la lama d’aria, per questo teniamo le porte aperte». È la risposta che le commesse dei grandi marchi danno quasi all’unisono. Un dispositivo che consente di separare il clima interno da quello esterno. Altri si giustificano assicurando di non aver ancora acceso il riscaldamento: «Il caldo che sente è conseguenza dei faretti».
Altri ancora assicurano che le porte «rimangono aperte solo il tempo necessario per il ricambio d’aria». Al di là della giustificazione data, tutti si sono dimostrati informati sui contenuti dell’ordinanza anti-spreco.