Mantova, niente più bivacchi: alloggio temporaneo per oltre quaranta profughi pakistani

Il prefetto :«Servono più strutture per i richiedenti asilo» Sbaraccati i giacigli e ripulito il porticato di piazza Castello

Per i giovani richiedenti asilo politico in Italia, quasi esclusivamente pakistani, che sostavano di notte, con sacchi a pelo o vecchi materassi e cartoni, in piazza Castello nel complesso di palazzo Ducale, è stata trovata una soluzione. «Siamo riusciti a reperire, a fatica, alloggi per l’ospitalità temporanea – riferisce il prefetto Gerlando Iorio – con il Comune e le forze dell’ordine abbiamo deciso di cercare una soluzione alternativa, quella di istituire in città una struttura di accoglienza temporanea, una sorta di hub in grado di dare una sistemazione di passaggio alle persone in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato. Si tratta di una struttura che necessita di autorizzazioni ministeriali, ma nel frattempo ci siamo dati da fare per risolvere il problema».

Quando si parla di struttura, di hub, non si deve pensare a un villaggio di prefabbricati. In questo caso sono alloggi già esistenti sparsi per il territorio dove ospitare i richiedenti asilo. «In questa fase abbiamo sistemato 42 giovani pakistani – riferisce Iorio – che erano le persone segnalate da molti cittadini: si sistemavano per la notte sotto il porticato di piazza Castello. Venerdì mattina ho convocato gli assessori comunali Caprini e Rebecchi, la polizia locale e la questura per dare il via allo sgombero delle postazioni nella piazza. Abbiamo dato il tempo ai giovani di portarsi via gli oggetti personali, poi è intervenuta Tea a ripulire il porticato. I giovani pakistani sono poi stati accompagnati negli alloggi temporanei. Quando avranno concluso l’iter della loro richiesta di asilo verranno indirizzati negli appositi centri di accoglienza in attesa che trovino occupazione e siano così in grado di vivere autonomamente».

Dall’inizio dell’anno sono poco più di un centinaio i richiedenti asilo pakistani (ma ci sono anche alcuni afghani) arrivati a Mantova e censiti da forze dell’ordine e altri enti. Un primo contingente era stato indirizzato in alloggi temporanei già la scorsa estate. Sono arrivati da noi in modo avventuroso via terra attraverso la cosiddetta rotta balcanica. Non hanno soldi per trovare casa e in attesa del visto da richiedente asilo non possono nemmeno trovare lavoro. E per la notte si sistemano dove possono.

Molto più numerosi i migranti di varie nazionalità africane che sbarcano dopo aver attraversato il Mediterraneo: nel Mantovano ne sono arrivati oltre trecento attraverso la ripartizione programmata. «Per quest’ultimi esiste già un percorso stabilito e programmato di accoglienza – spiega il prefetto – per i richiedenti asilo, invece, no. Per questo dobbiamo trovare soluzioni alternative. Purtroppo abbiamo incontrato grosse difficoltà a trovare alloggi. Abbiamo ricevuto molti no. Fortunatamente il vescovo Marco si è impegnato attraverso la Caritas e abbiamo trovato altri alloggi con una piccola cooperativa. Il Comune aiuta con il dormitorio ma registriamo una carenza di posti».