Ivrea, su Terranova e Marchiori la discussione in consiglio comunale è silenziata
Ivrea
Come nella migliore tradizione italiana che impone di lavare i panni sporchi in casa, il consiglio comunale ieri sera ha affrontato a porte chiuse le due questioni del presidente del consiglio di amministrazione di Scs, Calogero Terranova, e del consigliere di maggioranza Enrico Marchiori. Il primo è finito nella bufera dopo che il Comune di Ivrea gli ha notificato un accertamento Tar da 18mila euro; il secondo ha fatto parlare di sé per un post su Facebook in cui si inneggiava alla X Mas. Questione spinose, certo, ma che hanno un forte interesse per la cittadinanza ricoprendo, sia Terranova sia Marchiori, ruoli pubblici.
La discussione è stata silenziata, resa inaccessibile al pubblico, in barba a tutti i proclami sulla trasparenza della politica. Il presidente dell’assemblea, Diego Borla, ha applicato in maniera molto restrittiva l’articolo 68 del regolamento che prevede adunanze segrete «quando vengono trattati argomenti che comportano apprezzamenti sulla qualità personali, sulle condizioni economiche, sulla vita privata, sulla correttezza delle persone».
Ieri sera alcuni consiglieri di maggioranza, primo firmatario Marco Neri (gruppo misto, esponente di spicco di Fratelli d’Italia) hanno presentato un’interpellanza generale sul caso Terranova (integrata a quella presentata delle opposizioni) chiedendo, a sorpresa, che l’amministrazione comunale prenda in considerazione le dimissione del presidente di Scs. Un dato politico non secondario considerando che Ivrea, insieme a Strambino, nel maggio scorso aveva scelto Terranova per quel ruolo. Interpellanza generale, come quella presentata dal Pd sul caso Marchiori, che allarga la discussione all’intero consiglio. Sarebbe quindi stato interessante, non tanto per i giornalisti, ma per i cittadini che seguono i lavori dell’aula via streaming, ascoltare le prese di posizioni dei loro rappresentanti, capire se l’aula ritiene Terranova e Marchiori non più adeguati a ricoprire i rispettivi ruoli. Sarebbe stato interessante per i cittadini capire se l’accertamento di Terranova riguarda una questione di errori sulla dichiarazione per le metrature o e si tratti di un’omissione di dichiarazione o, ancora, se l’errore sia stato commesso dagli uffici.
Ma così non è stato. I giornalisti della Sentinella del Canavese hanno preso sull’argomento una posizione molto chiara. Con una lettera indirizzata al sindaco Sertoli e al presidente Borla hanno cercato di spiegare come per i due casi in questione non possa essere invocata la privacy in quanto non si tratta della divulgazione di dati sensibili (non stiamo parlando di salute, fatti o giudizi personali) ma di questioni rilevanti che riguardano esclusivamente il ruolo pubblico delle persone coinvolte. La risposta di Borla è stata negativa, invocando l’articolo 68 senza addurre ulteriori motivazioni.
In questa direzione si è mossa l’Anpi con un piccolo presidio davanti al municipio. «Più voci si sono levate a stigmatizzare l’uomo che elogia la X Mas, tristemente nota a Ivrea anche per le brutali, inaudite sevizie cui sottoposero il partigiano Ferruccio Nazionale -ha spiegato il presidente Mario Beiletti -Temiamo che la maggioranza dei consiglieri decida di salvare Marchiori, derubricando il fatto come una leggerezza. Noi siamo in piazza mentre il consiglio si riunisce a porte chiuse per chiedere le dimissioni di Marchiori».
Il primo a prendere posizione sull’aula chiusa al pubblico è Luca Spitale, segretario cittadino del Pd: «È vero che il regolamento prevede alcune adunanze segrete, ma credo che il diritto di informare vada difeso fino in fondo. In questo caso la discussione su Marchiori e Terranova non riguarda argomenti concernenti la loro privacy. Se poi le porte del Consiglio si chiudono per silenziare le prese di posizione dei rappresentanti dei cittadini quel regolamento viene usato in maniera scorretta».
Contrario alla decisione presa da Borla anche Marco Neri (Fratelli d’Italia): «Serve trasparenza e non segretezza. Qui siamo chiamati a discutere di due persone che ricoprono un ruolo pubblico e non di cittadini privati che hanno commesso un errore». Parla di confusione Francesco Comotto (Viviamo Ivrea): «Si continua a confondere la persona con il ruolo che ricopre. La discussione non riguarda la loro vita privata, ma il loro ruolo pubblico che hanno scelto di ricoprire. Quel regolamento, datato, va cambiato».